Sarà la prima volta nella storia dell’Expo che, oltre ai padiglioni dei Paesi che si presentano da soli, ci saranno anche quelli trasversali, che svilupperanno temi indipendentemente da quelli delle singole nazioni rappresentate. Ora, poiché il tema della prossima edizione milanese è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, queste aree si concentreranno su un prodotto o una filiera alimentare, ma anche su temi più specifici. Quindi spazio a nove padiglioni che avranno come temi il riso, il cacao, il caffè, le spezie, i cereali e i tuberi, le isole, le zone aride, il biomediterraneo e anche frutta e legumi.
Come riporta il Corriere della Sera, il commissario straordinario all’Expo, Giuseppe Sala, è a Bergamo per incontrare 200 delegati in rappresentanza di 72 Paesi di cinque continenti che si sono riuniti per il loro primo meeting di lavoro dedicato ai cosiddetti “cluster”. Saranno un modo per raccontare la storia del cibo, grazie anche alla collaborazione di sette università milanesi e di quelle di Napoli e Venezia.
In ogni cluster ci sarà una parte comune, con anche un mercato e una zona di ristoro, oltre a spazi dove i singoli paesi potranno allestire per far conoscere i loro prodotti. Per esempio, per il cluster del caffè uno dei partner sarà Illy che coinvolgerà il maestro Sebastião Salgado per narrare la sua storia, dal chicco al caffè.
Nei cluster – i cui modellini sono stati presentati a Bergamo (in foto quello del cluster decicato frutta e legumi) – Expo crede molto tanto da averci investito 70 milioni di euro, mentre altri 30 verranno messi dai vari Paesi. Di fatto, come sostiene Sala al Corriere, danno l’opportunità ad alcune nazioni, che non hanno la forza economica di presentarsi con un loro singolo padiglione, di far conoscere le loro specialità alimentari. Per esempio, all’interno di quello dedicato a frutta e legumi, per ora si sa che l’Azerbaijan si racconterà con i propri prodotti.