Non c'è solo la sigla Ai come Artificial intelligence, ma pure Ai come agricoltura intelligente.
Questo il titolo provocatorio - come ha evidenziato il ministro della Ricerca, Anna Maria Bernini - del convegno organizzato ieri da Bonifiche Ferraresi nella sede di Jolanda di Savoia (Ferrara). Un luogo mitico della storia agricola italiana, ma sempre al passo con i tempi. La conferma dai 45 milioni di investimento per la realizzazione del nuovo campus.
Un polo scientifico di eccellenza e calamita internazionale per studenti e professionisti di tutto il mondo. Un contributo all'agricoltura, più che del futuro, del presente con l'obiettivo di migliorare per qualità e quantità l'approvvigionamento alimentare e la transizione energetica. Anche quest'ultima cibo e nutrimento del pianeta 4.0.
Imponente l'investimento che interessa la trasformazione di 90mila metri quadrati, nell'ottica circolare si tratta del recupero funzionale di edifici non utilizzati dal gruppo Bonifiche Ferraresi, dove saranno ospitati 180 studenti.
Un centro primario in un periodo di grande attenzione alla ricerca in agricoltura. Sono, infatti, 450 milioni le risorse al settore che l'Unione europea tramite il Pnrr ha dedicato al nostro Paese. Mai così tanti soldi a disposizione.
Ma bisogna spenderli entro il 2026. E dopo? Rassicura il ministro Bernini: "Si continuerà con partnership tra pubblico e privato".
Imprescindibile l'apporto scientifico per l'agricoltura del futuro e si vede bene lungo la strada che porta a Jolanda di Savoia: la gran parte degli impianti di frutta, soprattutto pere, sono avvolti completamente dalle reti. I frutteti in formato 4.0 per mitigare gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Una sfida tutta da vincere quella tecnologica come hanno sottolineato i relatori del convegno. A iniziare dai padroni di casa: il presidente di Bf educational Giovanni De Gennaro, l'Ad di Bf Federico Vecchioni e il presidente Michele Pisante.
Bonifiche Ferraresi è una società che investe. Parlano i numeri elencati dall'amministratore delegato Federico Vecchioni: "L'agricoltura, attraverso la ricerca scientifica e le attività di formazione saprà e dovrà agire da protagonista nei due ambiti fondamentali per il futuro del pianeta: un migliore approvvigionamento alimentare a livello globale per quantità e qualità e la transizione energetica. Con il piano industriale 2023/2027 e con l'aumento di capitale a esso dedicato di 300 milioni ha dato vita a due società specifiche e destinate ad affrontare queste importanti tematiche: Bf Internationale e Bf educational".
L'importanza dei big data nella regione del tecnopolo
L'ex presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ora parlamentare europeo, ha ricordato la velocità dello sviluppo: "Nel 2030 un terzo dei nostri giovani sarà occupato in professioni che oggi non esistono, anche in agricoltura". In altri termini c'è da capire dove va il mondo e essere presenti e protagonisti nei cambiamenti.
A pochi chilometri dalla sede di Bf sorge una creatura tecnologica della Regione Emilia Romagna: "Il Tecnopolo di Bologna dove lavora uno dei più veloci e potenti supercalcolatori al mondo: Leonardo - sottolinea Bonaccini - e dove ha sede il centro meteo europeo e si insedierà l'università dell'Onu". La data valley.
E i big data, soprattutto quelli legati al clima, sono fondamentali per l'agricoltura che non può permettersi di non avere difese e tutele davanti ai cambiamenti climatici.
Un percorso già iniziato
Ma vediamo cosa succede e cosa si sta costruendo nel campus di Jolanda di Savoia. I programmi di formazione coinvolgono oltre 20 partner tra enti, università e centri di ricerca. Un percorso già avviato nei mesi scorsi. Anche qui parlano i numeri forniti dal gruppo: "Sono stati già coinvolti oltre 200 studenti impegnati nelle 3.500 ore di corsi attivati".
Cosa si studia?
Nel dettaglio si tratta di master di primo e secondo livello, l'agritech academy, la summer school, la call internazionale e dottorati di ricerca in co-progettazione. Questa l'offerta. "Sono realizzati in collaborazione con le principali università italiane sui temi centrali dell’agricoltura digitale e sostenibile come la gestione dei dati satellitari, la precision farming, la gestione dei sistemi agricoli moderni e tecnologicamente avanzati per la produzione food e no food, l’uso sostenibile della risorsa idrica e l’analisi della qualità dei suoli".
La formazione per chi?
I percorsi formativi sono rivolti a studenti, ricercatori, esperti e, più in generale, a chi intende implementare il proprio know how su argomenti altamente specialistici e che prevedono l’applicazione dei più innovativi sistemi di analisi nell’ambito delle crop science, dell’agrofisica, della genetica, del remote sensing, dell’Intelligenza artificiale.
Una formazione a tutto campo
Questo progetto è un grosso investimento sulla ricerca. L'obiettivo? Individuare "la più efficace applicazione per le tecnologie avanzate dell’agritech in grado di rispondere alle principali sfide che il settore agricolo sta affrontando, dalla risoluzione degli stress abiotici nelle colture per supportare le decisioni alla definizione di sistemi innovativi per la gestione agronomica sostenibile".
L’agronomia e la fisica vengono integrate "per studiare le proprietà e i meccanismi delle colture e del suolo, dai principi idrodinamici e biofisici di base alla realizzazione di nuovi rilevatori e sistemi di imaging come la tomografia a emissione di positroni e la risonanza magnetica per la rilevazione e la misurazione, in campo aperto, dei nuovi processi funzionali delle colture".
La formazione come capitale
Non è facile tradurre queste linee di ricerca ma è chiaro che la situazione del Pianeta è molto fragile, servono interventi tecnologici e non solo. Questo progetto può essere uno dei punti di riferimento per il capitale di conoscenze da valorizzare all'estero. In questi mesi con il piano Mattei si stanno offrendo soluzioni a diversi aree geografiche come ricordato dai relatori.
A iniziare dal ministro Bernini che sul post Pnrr ha rassicurato: "Nel 2026 si continuerà a investire in ricerca con partenariati che coinvolgono le aziende".
De Gennaro, presidente di Bf educational
“Attraverso le costanti attività di ricerca portate avanti da Bf in questi ultimi 10 anni, oggi Bf educational può mettere a sistema la grande e approfondita conoscenza in ambito agritech e offrire percorsi formativi di altissimo livello sia alle giovani generazioni che stanno costruendo il loro bagaglio di esperienze sia a professionisti affermati che devono adeguare le loro conoscenze ai nuovi contesti del settore agricolo. Il fattore umano unito alle innovazioni tecniche è il binomio vincente per affrontare le sfide del futuro”. Queste le parole del presidente di Bf Educational, Giovanni De Gennaro.
Michele Pisante, presidente di Bf, pur nel rilevante investimento nella ricerca tecnologica ha sottolineato l'importanza delle "Risorse umane. Al centro c'è l'intelligenza umana". Va bene l'intelligenza artificiale ma serve anche un'agricoltura intelligente, come recita il titolo del convegno.