29 maggio 2013

L’assenza di un mercato ortofrutticolo in Basilicata. Un handicap non solo per le fragole

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Recentemente è apparso durante il programma televisivo Geo & Geo per parlare della sua terra, la Basilicata e il Metapontino, e soprattutto di uno dei suoi frutti più famosi: la fragola Candonga. Si chiama Vincenzo Padula dell’omonima azienda agricola, che conduce 12 ettari divisi tra nettarine, albicocche, ortaggi e, per l’appunto, fragole. «Abbiamo tre ettari  dedicati alle fragole. Ha iniziato mio padre nel ’66 e poi ho proseguito io all’inizio degli anni ’90». L’annata non è stata tra le più semplici a causa del tempo e le 220 mila piantine di fragole quest’anno daranno un raccolto stimato intorno ai 1200/1300 quintali.

Coltivare questa pregiata varietà, secondo Padula, è più costoso: bisogna prestare attenzione alle concimazioni e alla temperatura ma il risultato poi ripaga gli sforzi per merito della qualità organolettica superiore della Candonga. «C’è un aspetto, oltre alla bontà dei terreni a medio impasto, che è fondamentale in Basilicata per le fragole: l’acqua purissima che arriva dalle sorgenti del monte Pollino».

Solo mercati all’ingrosso, niente grande distribuzione, canale che secondo Padula non riesce a valorizzare come merita il valore aggiunto della varietà e del territorio di origine, che ovviamente fa sì che queste fragole abbiano un costo superiore. C’è però un’assenza che limita la diffusione di questo prodotto ma non solo: «Non solo ci manca un consorzio qui in Basilicata, manca anche un mercato ortofrutticolo all’ingrosso. Siamo l’unica regione che non ne ha uno e il più vicino si trova a Taranto. Agevolerebbe non solo la commercializzazione delle nostre fragole ma, in generale, anche quella di tutta  l’ortofrutta della nostra regione, che è richiesta in tutta Italia».

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