Le amministrazioni comunali si fanno ambasciatrici della denominazione della pesca di Verona. Gli 11 Comuni della provincia scaligera maggiormente vocati alla peschicoltura si uniscono, con capofila Bussolengo, per sensibilizzare i propri produttori a valorizzare le pesche locali che possono nuovamente fregiarsi dell’Indicazione geografica protetta (Igp).
Aderiscono all’iniziativa i Comuni di Bussolengo, Pescantina, Sona, Castelnuovo del Garda, Villafranca, Lazise, Sommacampagna, San Pietro in Cariano, Torri del Benaco, Pastrengo e Verona.
Chi c’era
Alla conferenza stampa dei giorni scorai nella sala rossa della Provincia hanno partecipato del Comune di Bussolengo il vicesindaco Massimo Girelli e l’assessore all’agricoltura Giovanni Amantia, Gianfranco Dalla Valentina e Mirko Girelli rispettivamente sindaco e delegato all’agricoltura del Comune di Sona, Franco Tavellin delegato all’agricoltura del Comune di Castelnuovo, Davide Pedrotti vicesindaco di Pescantina, Roberto Dall’Oca sindaco di Villafranca, Pietro Giovanni Trincanato presidente della Consulta per l’agricoltura del Comune di Verona, Luca Bonioli vicesindaco del Comune di San Pietro Incariano, Marco Andreoli presidente della Commissione agricoltura della Regione Veneto per sostenere la riconferma dell’Indicazione Geografica protetta a pesche e nettarine nostrane. Presenti anche il presidente della Fondazione prodotti agricoli di Bussolengo e Pescantina Gianluca Fugolo, il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini e Leonardo Odorizzi, produttore e rappresentante della Grande Bellezza Italiana, organizzazione incaricata della distribuzione del prodotto.
La certificazione
Il via libera all’utilizzo del marchio Igp è stato dato nei giorni scorsi dal Csqa, ente certificatore veneto, che ha terminato i controlli. Gli obiettivi della certificazione sono molteplici: dare alle pesche e nettarine veronesi un riconoscimento per la loro qualità in un territorio storico vocato alla produzione, offrire un ulteriore impulso alle vendite e differenziarsi dalle pesche di altri territori nazionali e stranieri, tra cui Spagna e Grecia.
La caratteristica che contraddistingue le pesche Igp è quella di essere strettamente legata al territorio di provenienza e presentarsi con peculiarità ben definite e garantite.
Infatti, le denominazioni, tra cui l’Igp, conferiscono un valore aggiunto ai prodotti agroalimentari di un determinato territorio con la tutela di standard qualitativi, la salvaguardia di metodi di produzione, fornendo ai consumatori informazioni chiare sulle caratteristiche delle produzioni.
La provincia veronese ha perso negli anni significativi ettari di superfici coltivate a pesche e nettarine arrivando a poco più di mille ettari nel 2022. Una tendenza che riguarda tutta Italia con un calo più al Nord che al Sud. Negli ultimi tempi, tuttavia, nel veronese si registra un nuovo interesse alla peschicoltura con installazione di impianti rinnovati per ottenere frutta di eccellenza, per la quale c’è una significativa domanda da parte del mercato. L’Igp potrebbe dare quindi un ulteriore impulso alle coltivazioni.
“Fattore di questo successo è stato il gioco di strada di tutti gli attori. L’obiettivo è dare un valore aggiunto al prodotto con la speranza che resti una maggiore marginalità ai produttori”, ha detto Marco Andreoli.
“La valorizzazione dei nostri prodotti tipici – sottolinea il vicesindaco di Bussolengo Massimo Girelli – è una missione importante che ha l’obiettivo di sostenere la produzione locale oltre ad essere un veicolo per la promozione del territorio, la cui storia ed identità si esprime anche attraverso le tipicità, come nel caso della pesca che è simbolo di gusto ed eccellenza veronese. Come amministrazione siamo da sempre impegnati in questo senso anche attraverso eventi ed iniziative per far conoscere e apprezzare le nostre pesche ad un pubblico sempre più ampio. Il riconoscimento dell’Igp ci offre sicuramente un’opportunità e per questo vogliamo rafforzare la sinergia con gli altri Comuni e tutti gli attori coinvolti”.
“La pesca veronese è il nostro frutto più rappresentativo – afferma l’assessore all’Agricoltura del comune di Bussolengo Giovanni Amantia – e il riconoscimento della denominazione Igp è una conferma alla qualità della produzione, che grazie alla filiera corta garantisce ai consumatori freschezza e genuinità. Merito del grande lavoro dei nostri agricoltori e di tutti i soggetti coinvolti che ogni anno si impegnano per portare sulle nostre tavole un prodotto buono, sano e gustoso. Come amministratori abbiamo il dovere di sostenere l’agricoltura locale perché possa crescere ed essere competitiva, creando valore per il territorio”.
“Finalmente dopo anni di inattività – precisa Alex Vantini – riparte il progetto di valorizzazione della pesca di Verona Igp, un prodotto di grande qualità del nostro territorio con una tradizione millenaria in una provincia, quella veronese, vocata alla frutticoltura. La Coldiretti ha voluto essere partner di questo percorso e inizieremo a breve l’iter per costituire il consorzio di tutela al fine riuscire a garantire soddisfazione ai produttori per investire maggiormente su questa coltura e valorizzare il territorio della provincia scaligera”.
“La nostra Fondazione si attiva per valorizzare i prodotti veronesi anche in collaborazione con le amministrazioni comunali del territorio. Per le pesche e nettarine locali utilizziamo il marchio Principesca, riconosciuto come sinonimo di qualità e certezza della provenienza da consumatori e grande distribuzione organizzata. Le denominazioni, come l’Igp, possono sicuramente dare un valore aggiunto alle produzioni agricole”, dice Gianluca Fugolo.
“La Certificazione di origine protetta – evidenzia Leonardo Odorizzi – rappresenta la strada per portare ai consumatori i valori del territorio, dell’ambiente e la garanzia di un prodotto controllato e garantito da un disciplinare molto stringente per una qualità superiore. La Grande distribuzione organizzata sta dando ampio spazio ai prodotti dei territori per andare incontro alla richiesta del consumatore che cerca certezze per un acquisto consapevole. Per i produttori la certificazione è il modo migliore per distinguersi in un mercato sempre più globalizzato così da raccogliere le giuste remunerazioni per garantire il proseguimento dell’agricoltura italiana”.