18 febbraio 2022

“Le nocciole biologiche non sono pagate bene”

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“Quest’anno, o al più tardi il prossimo anno, otterrò la certificazione per il biologico, ma da sempre non utilizzo pesticidi e prodotti di sintesi. E’ una scelta della quale sono convinto e che rifarei. Tuttavia, il mercato in generale non dà oggi il giusto riconoscimento economico a chi applica questo metodo di agricoltura”. A parlare è Roberto Favorido, titolare dell’omonima azienda corilicola di Gamalero (Alessandria), che egli stesso ha avviato una decina di anni fa.

“Se tornassi indietro continuerei a fare biologico – riflette Favorido – ma probabilmente non coltiverei nocciole. Per fare il biologico sulla nocciola occorrono infatti molto più tempo e molto più impegno da quello che inizialmente mi avevano prospettato, con risultati che non sempre arrivano”.

I problemi, infatti, sono sia le quotazioni, sia gli eventi avversi che possono accadere in campagna. “Qualche anno addietro – prosegue Favorido – si riuscivano a ricavare anche dai 500 ai 700 euro il quintale, e questo era abbastanza soddisfacente. Oggi, siamo a poco più di 400 euro il quintale. In un contesto dove gli aumenti sono pressoché in tutti i settori, il nostro sembra essere troppo cristallizzato verso il basso”. Poi, ogni anno ci sono diverse incognite. “La fauna selvatica è un grosso problema da queste parti. Siamo in una zona dove la popolazione di cinghiali è molto numerosa. Per quanto riguarda la cimice asiatica, invece, sto notando una regressione. L’anno scorso non abbiamo avuto troppi fastidi in questo senso, forse anche perché siamo vicini a campi di girasole, che attirano le cimici. Una soluzione biologica contro questo insetto potrebbe essere anche l’uso di Dentamet, un fertilizzante consentito anche in questo tipo di agricoltura, ma io non lo utilizzo”.

Positive, infine, sono le impressioni sull’apertura della nuova campagna. “La fioritura è stata molto bella e al momento le cose stanno andando bene. Ci vorrebbe un buon raccolto, dopo un anno dove siamo stati gravemente danneggiati da gelate tardive, che hanno nettamente ridotto la produzione”.

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