14 marzo 2023

Le Tea servono davvero?

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Promuovere un sistema pubblico-privato di miglioramento genetico basato sulle tecnologie genomiche più avanzate è strategico per adeguare l’agricoltura nazionale al futuro e mantenere la sostenibilità e la competitività del comparto agricolo nazionale.

E’ questa la conclusione del position paper elaborato dal Cluster agrofood nazionale (l’associazione riconosciuta dal ministero dell’Università e della ricerca che aggrega imprese, associazioni di categoria, università, organismi di ricerca, enti di formazione e rappresentanze territoriali che operano nel settore agrifood) e da Assobiotec (l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica) sull’uso delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) in agricoltura. Il documento è stato presentato oggi nel corso di un incontro organizzato con il Crea, che ha coinvolto interlocutori del mondo produttivo, della ricerca e delle istituzioni.

Il potenziale delle Tea

Il position paper illustra le potenzialità delle Tea all’interno di un contesto agricolo italiano – sempre più messo a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico e dalla necessità di migliorare la resistenza alla siccità e alle avversità, assicurando al contempo qualità e produttività più elevate – e spiega come le Tea possano contribuire a ad accrescere la sostenibilità della nostra agricoltura ed a produrre alimenti più salutari. Su queste basi, vengono stilate alcune raccomandazioni affinchè l’Italia sappia cogliere questa opportunità e, a tal fine, vengono suggerite agli attori della politica tre azioni: consentire la sperimentazione in campo delle Tea in tempi brevi: le Tea sono radicalmente diverse dagli ogm di una volta, non possono essere normate allo stesso modo; rilanciare un programma di ricerca sulle biotecnologie pulite per l’agricoltura di domani: nei prossimi mesi è atteso un cambiamento del quadro autorizzativo a livello europeo e sarebbe grave se l’Italia non si presentasse all’appuntamento con un adeguato programma di investimento, si rischierebbe di vanificare tutto il lavoro fatto sinora; predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati dalla ricerca al mondo produttivo,coinvolgendo anche le industrie private, in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico.

La ricerca sulle Tea in Italia

Negli ultimi anni il sistema scientifico italiano sia attraverso il progetto Biotech, finanziato dal ministero dell’Agricoltura e coordinato dal Crea, sia mediante altre iniziative ha sviluppato conoscenze avanzate nell’ambito delle Tea relativamente alle più importanti specie agricole italiane (frumento, riso, pomodoro, vite, melo, agrumi, ecc). Questo lavoro, che ha portato alla selezione di piante di volta in volta resistenti alle malattie, agli stress abiotici e/o con migliori caratteristiche qualitative e con potenzialità produttiva più elevata, è rimasto fino a oggi confinato nei laboratori. Le piante già selezionate con le Tea e quelle che saranno selezionate nei prossimi anni costituiscono una grande opportunità per l’agricoltura italiana – basti solo pensare alle perdite causate dalla siccità – purché però ci sia la possibilità di testarle in campo, una opzione al momento preclusa.

La ricerca Crea sulle Tea 

Il Crea ha coordinato Biotech, il più importante progetto di ricerca pubblica per lo sviluppo delle Tea in agricoltura, giunto a termine lo scorso 28 febbraio 2023, portando ad importanti risultati che possono essere raggruppati in due grandi categorie: piante editate o cisgeniche capaci di accrescere la sostenibilità delle colture attraverso la riduzione dei trattamenti fitosanitari, come ad esempio piante di pomodoro resistenti alle piante parassite (ma anche allo stress salino e idrico), basilico resistente alla peronospora, frumento duro resistente all’oidio, viti resistenti a peronospora e oidio, nonché melo resistente alla ticchiolatura; piante con migliorate caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali come orzo e frumento editati per aumentare la resa potenziale, agrumi arricchiti di composti antiossidanti e senza semi; melanzane e viti senza semi, pomodori a più alto valore nutrizionale.

Conoscenze avanzate e competenze specialistiche in un settore innovativo ed emergente nel panorama della ricerca in agricoltura, che pone l’Italia al passo degli altri Paesi europei più avanzati. Le attività di Biotech hanno permesso un balzo in avanti sulla conoscenza delle basi molecolari dei caratteri alla base del miglioramento genetico, aprendo l’orizzonte alla selezione di piante più sostenibili e più adatte ai nuovi scenari climatici.

Fonte: Crea

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