«Nasciamo come azienda di trasformazione di IV gamma e pertanto, per scelta, teniamo fede alle nostre origini e continuiamo a lavorare sul fronte delle insalate. Al nostro core business affianchiamo quello della lavorazione dei fiori edibili, un segmento che ci caratterizza e per il quale intravediamo nuovi e interessanti sviluppi». Così ha esordito durante Fruit Logistica Sara Menin, responsabile marketing de L’insalata nell’Orto, azienda veneziana nata nel 2000 dal fortunato mix tra una passione – quella per la terra – e un’idea – quella di approcciare al segmento della IV Gamma.
Un’azienda in continua evoluzione, che ora, per i fiori edibili, vede aprirsi inediti canali di vendita: non più solo la ristorazione, ma anche la pasticceria e il canale beverage. A quanto pare, infatti, non sono pochi i bartender che stanno guardando con interesse a questi prodotti, tanto che l'azienda si è attrezzata per consegnarli direttamente nei locali.
Nei 2,5 ettari in serra di Mira (VE), L'insalata dell'Orto coltiva 15 diverse varietà, le quali generano una raccolta giornaliera che si attesta tra i 100 e i 150mila fiori. L'impianto è fuori suolo, al fine di agevolare il lavoro di chi raccoglierà, tutte le mattine, i fiori esclusivamente a mano. Quanto ai trattamenti, si fa largo uso di insetti antagonisti e si trattano i fiori al pari di un’erba aromatica, ma scegliendo solo prodotti ammessi nei disciplinari dell’agricoltura biologica. Una volta raccolti, vengono consegnati ai clienti su appositi vassoi brevettati da un'azienda Californiana, capaci di creare un microclima al suo interno (la temperatura di conservazione è tra i 4 e i 10 gradi), il che consente una shelf-life del fiore di 10-12 giorni.
“Il fiore – ha precisato Sara Menin – non è un prodotto di IV Gamma e pertanto non è lavato. Una volta giunto a destinazione, prima del consumo, occorre trattarlo come se fosse un fungo, dunque va tamponato e non lavato. Dopo di che, via libera alla fantasia”.
A Berlino, oltre all'importante focus sui fiori edibili, “L’insalata dell’Orto” ha portato anche gli altri prodotti di punta – tra cui i 3 Radicchi IGP di IV Gamma, segnatamente il “Variegato di Castelfranco”, il “Verona” e il “Chioggia” – e la linea bio.
Come ha spiegato Sara Menin, si tratta di un trend in sviluppo, tanto che sono 198 gli ettari in cui si coltivano solo sfalciati secondo i dettami dell'agricoltura biologica. “Noi – ha puntualizzato Sara – lavoriamo in 22 Paesi: nel 70% di questi i consumatori sono orientati al biologico. In particlare, la Germania ama il Bio”. E l'Italia? “L'Italia inizia ad amarlo – ha risposto – ma gli italiani vorrebbero pagare il prodotto biologico come quello tradizionale”. Il che, però, al momento non è ancora fattibile: ma è il lavoro in azienda agricola a costernare il 30 per cento in più, per via della gestione documentale, la burocrazia per intenderci.
Infine, abbiamo chiesto a Sara Menin quali sono gli obiettivi del 2019. Senza esitazione ha risposto: “Diventare famosi con il nostro Gin”. Sì, perchè nel portafoglio prodotti dell’azienda, da giugno 2018 vi è anche un Gin a base di fiori freschi: sono circa 40 le viole presenti in ciascuna bottiglia, oltre a coriandolo, ginepro, salvia e rosmarino. Per ora sono 1000 le bottiglie prodotte, le prime 100 con produzione numerata. Ma l'obiettivo è quello di crescere: non a caso Syster Lab – ossia l'azienda nata in seno a L'insalata dell'Orto, proprio per produrre e commercializzare il Gin – si appoggia a Ferro Wine, distributore di Castelfranco (Vr) che conta numerose etichette di rilievo. L'obiettivo, dunque, è penetrare seriamente il canale Beverage. Canale che secondo Sara Menin, apprezza in maniera particolare la voglia di innovare.
Nella foto in alto da sinistra: Sara Menin con Cinzia e Raffaella Busana, le titolari di L'insalata dell'Orto, sullo stand di Fruit Logistica 2018