02 gennaio 2024

Logistica, che anno sarà il 2024?

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Acque internazionali decisamente agitate con conseguenti cambi di rotte e aumento dei costi dei trasporti. Si è chiuso così il 2023 e sono queste le premesse con cui gli operatori ortofrutticoli dovranno fare i conti sul fronte logistica e trasporti anche nel 2024, perlomeno nei primi mesi.

Al momento, secondo le stime degli analisti internazionali, nessun indicatore attendibile annuncia un cambio di rotta in positivo. Sarà l’evolversi della situazione geopolitica a determinare (si spera) un cambio di rotta in positivo.

Attacchi anche nell’Oceano Indiano

Negli ultimi giorni del 2023, gli attacchi alle navi cargo di cui ha già riferito myfruit.it i si sono intensificati ed estesi dall’area del Mar Rosso verso est, dunque in direzione coste indiane. Proprio il giorno di Natalela nave cisterna Chem Pluto è stata colpita da un drone mentre navigava a 200 miglia al largo della città indiana di Vereval, causando un incendio risolto dal personale di bordo.

Intanto sono proseguiti gli attacchi degli Houthi nell’area dello Yemen. Sempre il giorno di Natale due petroliere hanno dovuto fare i conti con droni orbitanti nel Mar Rosso meridionale e nei giorni successivi altre navi hanno denunciato attacchi.

Uno scenario work in progress

Fare previsioni circa quanto accadrà nelle prossime settimane o nei prossimi mesi è al momento difficile: la situazione della navigazione delle portacontainer tra Asia ed Europa è a dir poco caotica. 

Se, infatti, con l’intensificarsi degli attacchi le principali compagnie hanno dichiarato di rinunciare al Canale di Suez per circumnavigare l’Africa, all’atto pratico – lo dicono le rilevazioni satellitari – alcune navi stanno ancora viaggiando nel Mar Rosso.

Una situazione volatile che rende difficile prevedere l’arrivo della merce.

Entra in azione Prosperity Guardian

Dal 19 dicembre scorso è entrata in azione Prosperity Guardian, una coalizione marittima internazionale che mira a rispondere agli attacchi e alle minacce degli Houthi contro le navi mercantili e in particolare quelle considerate da questi ultimi legate a Israele, in risposta all’offensiva di terra israeliana del 2023 nella Striscia di Gaza.

Non è al momento chiaro come opererà e quando entrerà effettivamente a regime. L’ipotesi più accreditata è che vengano creati convogli scortati da più navi militari il che, se da un lato aumenterà la sicurezza, dall’altro rallenterà il tempo di viaggio della merce, che dovrebbe comunque restare inferiore rispetto alla circumnavigazione dell’Africa.

In ogni caso, a destare preoccupazione è la sostenibilità della situazione sul medio periodo. Il Shanghai Containerised Freight Index del 22 dicembre ha mostrato un aumento settimanale del 46% tra il porto cinese e il Nord Europa (a 1.497 dollari per teu) e del 31% per il Mediterraneo (a 2.054 dollari per teu). Secondo Linerlytica, invece, i noli potrebbero presto superare i duemila dollari, tenendo conto anche dell’avvicinarsi del Capodanno cinese (il prossimo 10 febbraio), che tradizionalmente porta con sé un aumento della domanda di trasporto.

Con queste premesse, il 2024 si prospetta tutt’altro che semplice.

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