La notizia è di poco fa: il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano ha eseguito un sequestro preventivo d'urgenza per frode fiscale nei confronti della filiale italiana del colosso statunitense FedEx, società che opera nel settore dei trasporti e della spedizione espressa di prodotti.
Notevole l'ammontare del sequestro (che dovrà essere convalidato da un giudice per le indagini preliminari): si tratta di oltre 46 milioni.
Nulla di nuovo
Al centro dell'indagine, come oramai di consuetudine, il "sistematico sfruttamento dei lavoratori”, gli “ingentissimi danni all’erario”, i "serbatoi di manodopera". In pratica, secondo quanto emerso dalle indagini, lo schema è sempre lo stesso: il colosso della logistica si avvaleva di manodopera reclutata tramite consorzi e cooperative, le cosiddette società filtro.
I magistrati hanno rilevato una "complessa frode fiscale derivante dall'utilizzo, da parte della beneficiaria finale", ossia FedEx, "del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d'appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all'emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti".
Nel caso specifico, le indagini hanno fatto emergere una tecnica a “doppio filtro”, con il primo livello delle società “che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società serbatoio), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell'Iva" e "degli oneri di natura previdenziale e assistenziale".
Lavoratori a basso costo
Grazie a un sistema fondato su una architettura fraudolenta e su una rete di appalti e subappalti simulati, la forza lavoro non solo costa poco, ma è anche "flessibile". Come infatti rilevato dalle indagini, gli operai diventano oggetto di transumanza, cioè spostati da un’azienda all’altra per cercare di eludere i controlli: circa 3mila operatori, sui 30mila che lavorano in Fedex, “sono stati interessati dal fenomeno". Uno di loro ha fatto addirittura sei passaggi d’azienda, una decina cinque passaggi, 77 quattro passaggi".
Recuperato più di mezzo miliardo
Come riferito da myfruit.it, in passato altre inchieste hanno riguardato, tra gli altri, giganti come Dhl, Gls, Uber, Lidl, Esselunga, Amazon, Gxo. Indagini che hanno portato a recuperare a favore del fisco oltre 550 milioni.