Due sindacati di base, Unatras e Usb Mare e Porti, hanno indetto due fermi nel corso di questa settimana. Entrambi interessano il trasporto e la logistica.
Il 16 si fermano i porti
Lo sciopero indetto da Usb Mare e Porti per il 16 ottobre riguarderà i lavoratori dei porti di tutt'Italia.
Al centro delle proteste c’è il decreto Sicurezza: “Se dovesse essere approvato - hanno scritto i sindacati - è chiaro che per ogni lavoratore in lotta sarà sempre più difficile difendere i propri diritti. Non poter effettuare picchetti, occupazioni delle fabbriche, non creare intralci o blocchi limita in maniera effettiva l’azione sindacale e sociale. Proibire il racconto di queste lotte le rende sempre più invisibili”.
Il 18 è sciopero nazionale
Quanto allo sciopero del 18, SiCobas ha proclamato uno sciopero generale nazionale in cui sono interessati anche i lavoratori della movimentazione delle merci.
Lo sciopero riguarda sia l’opposizione al decreto Sicurezza, sia questioni specifiche che riguardano anche la logistica, tra cui l’abolizione del socio lavoratore nelle cooperative, l’abolizione degli articoli 11bis e 11quinques del contratto di lavoro per quanto riguarda il personale viaggiante e un aumento salariale di 300 euro.
Il 17 sarà una giornata clou
Unatras, che riunisce le associazioni degli autotrasportatori, intanto ha convocato il Comitato esecutivo per il 17 ottobre: è in quell'occasione che prenderà atto delle decisioni del Governo sul tema delle accise e di conseguenza deciderà un eventuale fermo dell’autotrasporto.
In una nota inviata al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, le associazioni hanno ribadito la loro contrarietà verso misure che penalizzano una categoria già gravata da insostenibili costi di gestione.
"Il problema è che il governo parla di un riallineamento delle accise tra gasolio e benzina che si traduce di fatto in un aumento di quelle sul gasolio - ha riassunto Paolo Uggè, presidente di Unatrans - Il 99% dei mezzi che trasportano merci fanno vanno a gasolio. È evidente che questo renderà le merci più costose".
"Il nostro settore sarà danneggiato perché avremo costi più alti e alla fine ad avvantaggiarsene saranno i concorrenti stranieri che fanno il pieno dove le accise sono più basse, cioè dovunque in Europa - ha aggiunto - Per finire, non credo che nemmeno i conti pubblici ne avrebbero un gran vantaggio, perché se da una parte aumenterebbero le entrate sul singolo litro di gasolio i litri venduti in Italia sarebbero di meno".