21 maggio 2020

Lycia e Sibilla: due fragole che in Romagna fanno la differenza

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La Romagna, culla storica della fragolicoltura italiana, rimane ancora centrale per la coltivazione di varietà unifere ad alto fabbisogno di freddo. Il Civ Consorzio italiano vivaisti, da sempre leader nello sviluppo di varietà di questa categoria, ha incontrato due produttori cesenati, testimoni diretti della coltivazione di Lycia e Sibilla.

La coltivazione di Lycia

Loris Benvenuti, che da tempo coltiva le varietà del Civ, ha seguito da vicino la varietà Lycia fino dalle prime fasi di sviluppo e riporta la sua esperienza estremamente positiva dell’annata in corso.
“In generale, per quanto riguarda le caratteristiche della pianta, Lycia si differenzia dalle tradizionali varietà unifere per il nord Italia per l’habitus compatto – spiega Benvenuti – Infatti, la pianta ha un portamento semi-eretto che facilità la produzione sia in pieno campo che in tunnel. Inoltre, come molte varietà del Civ, è caratterizzata da un’ottima rusticità della pianta e tolleranza a oidio e malattie fungine, che ne permettono la coltivazione anche in terreni stanchi, come il mio, dove si ripete la monocultura della fragola da oltre vent’ anni”.
LYCIA presso campo Benvenuti_Cesena
Quanto alla maturazione “in termini di precocità, la raccolta comincia otto-dieci giorni dopo Clery (inizio raccolta: 5-6 aprile). Uno dei grandi vantaggi di Lycia è indubbiamente la durata in pianta del frutto, che non deperisce velocemente se non raccolto tempestivamente. Inoltre, l’ampia finestra di raccolta e il peduncolo corto permettono una gestione della raccolta più semplice, meno onerosa e maggiormente pianificabile, nonché la facoltà di accumulare più zuccheri nei frutti, che risultano più dolci e ancora croccanti. Per dare un’indicazione pratica, nella mia azienda raccogliamo ogni 3-4 giorni in media. Lycia può essere raccolta senza problemi anche al quinto, addirittura al sesto giorno, dalla raccolta precedente”.

Benvenuti si concentra poi sulle caratteristiche del frutto: “La dolcezza e il sapore sono buone anche quando la varietà è raccolta per esigenze aziendali non completamente matura. Quando invece la raccolta avviene nel momento fisiologicamente corretto Lycia sviluppa un sapore ottimo con un grado zuccherino che in media si colloca tra gli 8 ed i 9 gradi Brix. La forma è allungata e, assieme alla consistenza della polpa, ricorda alcuni tratti delle fragole coltivate in Sud Italia. Infine, la buona consistenza della polpa permette di commercializzare il frutto senza che questo si danneggi facilmente. Il colore del frutto è rosso brillante e non raggiunge mai, nemmeno nelle raccolte tardive, colorazioni scure”.
“La varietà è adatta sia alla coltivazione in tunnel che in pieno campo – conclude Benvenuti soffermandosi su alcuni aspetti più commerciali – In termini produttivi, ad oggi 12 maggio, la produzione si aggira intorno agli 800 grammi a pianta sotto tunnel e confido che si possa superare il kg/pianta. La forma e la consistenza del frutto, che richiamano le caratteristiche tipiche di varietà a basso fabbisogno di freddo (coltivate nel sud Europa) che da anni hanno conquistato il consumatore italiano, e l’elevate proprietà organolettiche del frutto permetteranno a Lycia di ritagliarsi un segmento premium nel panorama varietale degli areali del nord Italia”.

La varietà Sibilla

La seconda testimonianza è quella del produttore Antonio Benzi, che ormai da diverse stagioni coltiva la varietà Sibilla. “Il clima sempre più imprevedibile ed altamente variabile, quest’anno non ha fortunatamente causato problemi. Molti produttori ricercano la precocità, ma per me la fragola viene a maggio. Sibilla, che non è certamente tra le varietà più precoci, nella zona ha una fioritura in pieno campo che inizia a metà aprile, epoca in cui il rischio di forti gelate tardive è relativamente basso. Infatti, quest’anno i ritorni di freddo che abbiamo avuto non hanno causato problemi a Sibilla, che aveva ancora le gemme fiorali gonfie in fase di schiusura”.
SIBILLA Tunnel BENZI_CesenaDa un punto di vista agronomico, Benzi suggerisce: “Il mio consiglio è quello di coltivare Sibilla su suoli non vergini, anche stanchi, ma propriamente sterilizzati, in modo da creare le condizioni ideali per equilibrare lo sviluppo vegeto-produttivo della pianta e garantire una contemporaneità tra la fase di levata delle foglie e l’abbondante fioritura. Inoltre, Sibilla, come molti genotipi del Civ, è dotata di elevata rusticità e tolleranza alle malattie e agli stress”.
Benzi si sofferma poi sulla produttività: “Nonostante la medio-tardività, al 12 maggio, i quantitativi raccolti nei primi stacchi sono stati molto generosi garantendo 800 gr di frutta per piante coltivate sotto tunnel e circa 150-200 grammi per quelle in pieno campo. Questo fatto testimonia l’elevato potenziale produttivo di questa varietà. Per chi volesse anticipare la maturazione dei frutti, basta usare telo plastico nuovo, quindi pulito, e tessuto-non tessuto nel periodo invernale”.
Circa le caratteristiche del frutto “Sibilla possiede un frutto esteticamente molto attraente, conico allungato, regolare e di buona pezzatura, di colore rosso brillante con polpa ben colorata internamente, molto consistente con epidermide resistente anche alla pioggia, che può danneggiare i frutti nelle coltivazioni in piano campo”. In termini commerciali, “il sapore è molto buono e dolce, persino nella frutta non ancora rossa. Questo fatto permette di anticipare la raccolta nel caso ve ne fosse l’esigenza aziendale, senza pregiudicare la qualità del frutto. Ad ogni modo, Sibilla a maturazione completa riesce a raggiungere i 7,5-8 gradi Brix. L’aspetto centrale è certamente quello estetico. La forma e l’aspetto regolari del frutto sono eccezionali e vincono su ogni altra varietà. Lo si può verificare comparando una padella di prima qualità di Sibilla con una di qualsiasi altra varietà. Inoltre, la shelf-life eccezionale permette una facile lavorazione in magazzino e successiva commercializzazione anche in mercati esteri lontani”.

“Per concludere – dice Benzi – Sibilla già da anni riesce a soddisfare le crescenti esigenze interne del consumatore italiano e non solo. Questa varietà, infatti, è apprezzata anche in paesi d’oltralpe, come Svezia e Svizzera, dove mi occupo personalmente della sua commercializzazione. Anche i clienti locali, per lo più appartenenti alla Gdo, sono entusiasti di questa varietà. È per tutte queste ragioni che reputo Sibilla la varietà numero uno per l’areale cesenate ed è per questo che ho investito l’intera azienda nella sua coltivazione, con 500mila piante in tutto, 200mila sotto tunnel e 300mila in piano campo”.

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