Il dibattito che si è aperto nelle scorse settimane circa la possibilità che il Macfrut possa, magari a partire dal 2015, trasferirsi in un’altra sede diversa da Cesena, vale a dire a Bologna, prosegue con l’intervento di Ottavio Guala, presidente di Fedagromercati, attraverso una nota apparsa sul sito della Federazione nazionale dei grossisti. Se da una parte Guala riconosce gli indiscussi meriti della fiera di Cesena – «Il primo punto è riconoscere a Macfrut ciò che è di Macfrut» – come quello di aver tenuto viva l’unica fiera ortofrutticola italiana attraverso il lavoro del presidente Domenico Scarpellini, dall’altro sottolinea come vada preso atto che « la vetrina internazionale del made in Italy è diventata negli anni Berlino. Occorre analizzare come e perché, con quale valore aggiunto, con quale riduzione dei costi per le nostre aziende, tale vetrina potrebbe spostarsi in una sede italiana».
Secondo Guala, quindi, è necessario trovare una sintesi tra due esigenze: quella di presentare al mondo l’eccellenza dell’ortofrutta italiana e allo stesso tempo la necessità di attirare in Italia, nei giorni della fiera di Cesena, tutta la filiera mondiale dell’ortofrutta. «Se non si trova una sintesi nazionale attorno a questi due elementi, è meglio lasciare le cose come stanno». Apprezzamento, infine, per l’invito rivolto da Giacomo Suglia, presidente APEO (Associazione pugliese esportatori ortofrutta) e vicepresidente Fruitimprese, a sedersi intorno a un tavolo al fine di “ricavare il miglior risultato con il minimo costo”.