Grandine e temporali che si alternano a temperature quasi tropicali. “Dall’inizio dell’estate 2019 si conta una media di sei grandinate al giorno, esattamente in doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con effetti devastanti sulle coltivazioni agricole colpite” sottolineava ieri Coldiretti, dopo l’ennesimo fenomeno che martedì 9 luglio ha colpito duramente molte zone agricole in Italia, in particolare della Romagna e delle Marche.
«I danni ci sono e credo che in alcuni casi siano anche ingenti, anche se è difficile quantificare l’entità in questo momento», ci spiega Massimiliano Ceccarini, general manager di Sipo, azienda di Bellaria-Igea Marina in provincia di Rimini. «La grandine ha preso la fascia costiera soprattutto dove produciamo le nostre verdure di Romagna: alcune produzioni come il fiore di zucca è completamente distrutto, danni anche alle insalate da foglia. Ci sono molte serre, poi, dove ad esempio coltiviamo ravanelli o prezzemolo, che sono state bucate da chicchi di grandine grandi come sassi».
Secondo Ceccarini sta diventando sempre più difficile lavorare con un meteo che ormai è cambiato da qualche stagione a questa parte: «È cambiato tutto: improvvisi temporali, inverni abbastanza caldi, a maggio invece il freddo, insomma l’agricoltura sta risentendo in modo pesante e diventa, di conseguenza, sempre più difficile fare programmi, perché quando arrivano questi disastri meteo tutto quello che era stato organizzato rischia di saltare».
Il maltempo, secondo l’imprenditore romagnolo, rende sempre più necessario fare sistema tra i tre attori della filiera: le aziende agricole, le realtà che confezionano e valorizzano il prodotto, come Sipo, e la grande distribuzione. «Se questi tre attori lavorassero in modo sinergico e congiunto, in momenti come questo riusciremmo a trovare prima le soluzioni. Bisogna coltivare in più zone per sopperire i danni del maltempo e bisognerebbe anche dividersi tutti, in un’ottica di filiera, i rischi e i costi. Dobbiamo fare piani di produzione congiunti e uscire dalla logica della mera compravendita e della speculazione e entrare in quella della partnership, ognuno con le proprie competenze».