I problemi maggiori sono in Romagna, ma il maltempo sta seminando danni anche in altre regioni italiane dove la pioggia è caduta in grande quantità e con una tale violenza da distruggere serre, impianti e raccolti. I danni in Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Campania.
In Sicilia distrutti serre e frutteti, gli agricoltori chiedono l'intervento della Regione
Nell'isola più che la pioggia ha causato danni il forte vento che ha distrutto diverse strutture. Le informazioni raccolte nei campi vengono fornite da Graziano Scardino, presidente Cia Sicilia: ““Il ciclone afro-mediterraneo Nino ha provocato danni strutturali ed infrastrutturali, oltre a danni alle produzioni. Il vento molto forte che ha superato anche i cento km orari ha provocato e sta provocando ingenti danni strutturali ed infrastrutturali alle imprese agricole isolane. Le abbondanti piogge – aggiunge Scardino – stanno compromettendo il raccolto delle colture primaverili-estive”.
Scardino prosegue: “In particolare, si registrano danni alle serre dove sono state danneggiate l’attività orticola e florovivaistica isolana; compromessa anche la produzione della frutta estiva a causa della perdurante pioggia ed eccesso di umidità; forti danni si registrano anche alle colture erbacee, infatti si è persa la totalità delle colture foraggere in fase di fienagione, sono compromesse le colture non ancora mietute ed il grano”. Questa la prima fotografia che porta a chiedere all'assessorato regionale dell’Agricoltura: “Una ricognizione immediata e puntuale dei danni effettivi subiti dalle imprese e attivare tutte le misure legislative ed i fondi per il ristoro dei danni, provenienti dalle nuove misure della gestione del rischio in agricoltura o dalla protezione civile”. Questa la sintesi delle richieste di Scardino all’assessore regionale Luca Sammartino.
In Sardegna aziende agricole isolate
Danni ingenti anche in Sardegna. In particolare nel nuorese dove scorre il fiume Cedrino, il Comune più colpito è Dorgali dove il livello delle precipitazioni è stato pari a 295 millimetri d'acqua in poche ore. Troppa. Si è reso necessario aprire le paratie della diga Pedra ‘e Othoni e far defluire le acque nel fiume Cedrino.
Il presidente di Coldiretti Nuoro, Leonardo Salis ha definito un disastro la situazione. Alcune aziende sono rimaste isolate, chiuse diverse strade anche per il pericolo frane. L'assessore regionale dei lavori pubblici, Pierluigi Saiu, ha effettuato un sopralluogo, al cantiere del ponte di Oloè e alla foce del Cedrino “per valutare lo stato dei luoghi dopo l'esondazione del fiume in alcuni punti a causa delle forti piogge“.
Confagricoltura Abruzzo chiede la quantificazione dei danni per il maltempo
Con tre lettere inviate al prefetto dell'Aquila Cinzia Torraco, al presidente della giunta regionale Marco Marsilio, al presidente del consiglio Lorenzo Sospiri e al vicepresidente e assessore agricoltura Emanuele Imprudente il presidente di Confagricoltura Abruzzo Fabrizio Lobene ha rappresentato la grave situazione dell'agricoltura abruzzese peggiorata dagli ultimi eventi meteorologici che hanno aggravato la situazione economica delle imprese agricole.
Questo il contenuto: “Le insistenti piogge cadute nel corso del mese di aprile e, successivamente quelle torrenziali cadute a maggio hanno causato un'alluvione nella piana del Fucino provocando notevoli danni alle colture. Si segnalano altresì danni enormi anche alle aziende agricole e zootecniche degli altri comprensori agrari dove sono andati perduti i primi due sfalci di foraggi e ritardi causati dal freddo e dalle piogge per il trasferimento sui pascoli degli ovini, bovini ed equini. Notevoli, poi sono i danni alle coltivazioni di cereali e leguminose da granella”. Alle istituzioni si chiedono sopralluoghi per l'accertamento e la quantificazione dei danni necessari per le condizioni di accesso alla sospensione dei contributi previdenziali ed assistenziali per i lavoratori autonomi e per i dipendenti; la riduzione del reddito agrario riservata alle aziende che hanno perduto in tutto o in parte il raccolto; il necessario raffronto agli accertamenti dell'agenzia delle entrate e della guardia di finanza, ai fini Iva, a seguito della mancata fatturazione dei prodotti agricoli non raccolti per l'evento distruttivo; eventuali misure compensative erogati dal Mipaaf e Agra”.
Campania, distrutto il 60% delle ciliegie
Troppa acqua dopo un inverno mite, che non ha rafforzato i frutti. È la tempesta perfetta che ha colpito in Campania il frutto che annuncia l'estate: la ciliegia. Lo comunica la Coldiretti Campania, alla luce della ricognizione effettuata sul territorio regionale. Le ciliegie sono letteralmente scoppiate per l'eccesso di pioggia fuori stagione, arrivando a perdite che superano il 60% della produzione. Un colpo pesante per i cerasicoltori.
La Campania è la seconda regione italiana per produzione di ciliegie con circa 30mila tonnellate. I frutti sopravvissuti al maltempo non riusciranno a soddisfare la domanda.