La stagione 2021 della mandorla d’Avola si è conclusa con una produzione inferiore rispetto a quella dello scorso anno, ma i prezzi, nonostante questa situazione, non stanno per niente soddisfacendo i produttori.
A fare il punto con myfruit.it della situazione è Corrado Bellia, direttore del Consorzio Mandorla d’Avola, che spiega: “Il nostro comparto eredita un 2020 particolarmente difficile, che ha provocato molte giacenze di prodotto. Con i matrimoni e le cerimonie in genere che si sono praticamente fermati per un anno, uno dei principali sbocchi delle nostre mandorle ha subito un forte contraccolpo e le giacenze si sono accumulate. A ciò che è rimasto del 2020, si è poi aggiunta la produzione 2021, che nei numeri è stata inferiore allo scorso anno, ma certo non ha contribuito ad alzare i prezzi. C'è inoltre da considerare che l'industria dei confetti, ultimamente, ha sempre di più virato verso il cioccolato rispetto alle nostre mandorle”.
Proprio parlando delle quotazioni, Bellia aggiunge: “Attualmente ci troviamo in una situazione, a raccolta conclusa, in cui le nostre mandorle sono pagate alla produzione tra gli 1,70 e gli 1,80 euro il chilo in guscio, a fronte delle annate normali in cui i prezzi andavano dai 2 ai 2,2 euro il chilo. Ci auguriamo che con il periodo natalizio alle porte i prezzi riprendano finalmente a salire, per garantire la giusta remunerazione al produttore. Ovviamente, le mandorle californiane “sparate” sul mercato a prezzi sempre più bassi, contribuiscono a non aiutare questa necessaria risalita delle quotazioni e, contestualmente, generano confusione nel consumatore”.
C’è poi un altro fenomeno che contribuisce a creare difficoltà sulla crescita dei prezzi. “Sta sempre più crescendo l’usanza – spiega ancora Bellia – di aprire trattative con chi possiede mandorleti e raccogliere, al momento della maturazione, le mandorle. Una forma ibrida, in altri termini, tra il bracciante agricolo e il produttore. E, ovviamente, queste persone trattano al massimo sui prezzi.
Infine, non c’è ancora nulla di fatto sui fondi che la Finanziaria 2021 aveva accantonato per la promozione del comparto della frutta secca. “Non ne abbiamo saputo più nulla – dice Bellia – e ci auguriamo che almeno questo denaro possa essere impiegato nel 2022. Ho chiesto comunque aggiornamenti in merito anche al senatore Fabrizio Trentacoste, che ha seguito da vicino la vicenda. Il settore della frutta secca avrebbe necessità di fare una politica comune di promozione, e avevo già raccolto diversi consensi in questo senso da parte di operatori da tutta Italia”.