Coldiretti Sicilia traccia un bilancio più che positivo per la produzione di mandorle dell’isola. “Se per i loro matrimoni i reali scelgono la Pizzuta di Avola – commenta l’associazione agricola all’indomani del “royal wedding di Harry e Meghan – vuol dire che in Sicilia si produce il top della qualità. In un anno è aumentato il numero di nuovi impianti, portando la superficie a circa 32.000 ettari. La spinta al consumo anche nell’ambito sportivo ha determinato la scelta di molti agricoltori under 40, che scelgono di avviare la produzione di mandorle ripristinando impianti dei nonni o dei genitori, ma è il made in Sicily quello che premia.
Finalmente si stanno comprendendo i benefici della frutta secca e il ruolo essenziale nell’alimentazione. I consumi di frutta in guscio degli italiani sono praticamente raddoppiati negli ultimi dieci anni ed hanno raggiunto i 3 chilogrammi all’anno per persona. La frutta in guscio infatti, considerata in passato nemica della linea per l’apporto calorico, è stata rivalutata come preziosa alleata della salute ed i consumi sono dunque esplosi. Potenziare la comunicazione sulla qualità regionale e nazionale della frutta in guscio è determinante anche per contrastare le importazioni, che nel 2017 hanno superato i 900 milioni di euro, in particolare da Stati Uniti (di solito noci e mandorle dalla California), Iran (per i pistacchi), Turchia (per noci e nocciole) e Cina (pinoli) ma non mancano anche prodotti dal Cile, dall’Argentina, e dall’Australia…Il consumatore – conclude Coldiretti Sicilia – può difendersi verificando l’origine della frutta in guscio in etichetta, che deve essere obbligatoriamente apposta sulle confezioni o sugli scaffali.