27 gennaio 2023

Mandorle: dal Viterbese una proposta italiana di alta qualità

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È un bilancio decisamente positivo quello della azienda Copa (Cooperativa ortofrutticola produttori associati) di Canino (Viterbo) all'indomani della prima vera campagna di raccolta delle mandorle.

Questa realtà ha infatti avviato solo nel 2016 la filiera mandorlicola, con la messa a dimora dei primi impianti. Nel corso del 2022 sono entrati in piena produzione con ottime rese produttive.

Intanto, continua a crescere la base sociale, con nuovi produttori di mandorla che aderiscono alla filiera. E la società ha fatto una precisa scelta di campo: elevare il livello della propria offerta, vendendo oltre al prodotto in guscio soprattutto la mandorla già sgusciata. I frutti sono così conservati a temperatura controllata nel loro guscio e la lavorazione avviene soltanto al momento dell'ordine dei clienti, garantendo così un prodotto fresco e fragrante.


A fare il punto con myfruit.it è Sergio Marcoaldi, agronomo della cooperativa e responsabile della filiera della mandorla, che spiega: “Per quanto riguarda il raccolto 2022, la produzione si è attestata su buoni livelli e la qualità è stata molto soddisfacente. Inoltre, continua ad aumentare il numero degli aderenti alla cooperativa, tanto che oggi abbiamo superato i 100 ettari, rispetto agli 80 di un anno fa”.

“Dal novembre scorso – riferisce Marcoaldi – ci siamo dotati di una macchina sgusciatrice con selezionatrice ottica, che ci permette di sgusciare le nostre mandorle direttamente in cooperativa e secondo necessità. In questo modo, riusciamo a soddisfare pienamente le richieste della nostra clientela, ovvero insegne della Grande distribuzione, dolciarie e laboratori artigianali, piccoli negozi e agriturismo. In altri termini, lavorando le mandorle solo al momento della consegna queste si conservano in modo migliore e più a lungo. I nostri impianti sono giovani, irrigui e con varietà che hanno un elevato livello aromatico e di gusto. Per la maggior parte sono stati realizzati con varietà Tuono e Avijor, che garantiscono una mandorla di alto livello organolettico. Stiamo anche inserendo cultivar di nuova costituzione a fioritura tardiva”.

La scelta sta premiando. “La buona produzione – continua Marcoaldi – ci garantisce disponibilità per tutto l'arco della stagione del resto, puntiamo comunque a garantire ai nostri clienti una fornitura costante, che vada ad esaurirsi con l’avvento della nuova campagna e l'arrivo del nuovo prodotto”.

Idee chiare anche sulla scelta agronomica. “Le cultivar scelte si sono adattate benissimo al nostro terreno e al microclima della Maremma tosco-laziale, garantendo uniformità e calibro. I nostri impianti sono tutti rigorosamente giovani e irrigui, quindi ci permettono di affrontare le stagioni siccitose, come quella appena trascorsa, aiutando la pianta con il giusto apporto idrico. Si escludono di conseguenza mandorle legnose, raggrinzite e amare. Alla luce delle rese produttive, riteniamo positiva anche la decisione di avere adottato impianti intensivi, con 500/550 piante per ettaro”.

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