E se il Viterbese diventasse un polo mandorlicolo di riferimento? Tra coloro che, nonostante diverse difficoltà, stanno provando a realizzare questo obiettivo, c’è la Società agricola Copa (Cooperativa ortofrutticola produttori associati) di Canino (Viterbo). Avviata nel 2016, oggi ha già messo a dimora oltre 80 ettari di mandorle.
Considerando il tempo necessario per lo sviluppo delle piante e un 2021 molto avaro di soddisfazioni, il 2022, meteo permettendo, potrebbe essere il primo anno di piena produzione. Sergio Marcoaldi, agronomo della cooperativa e responsabile della filiera della mandorla, non si sbilancia su questo aspetto, ma si limita a fare un bilancio dell’anno appena trascorso. Senza nascondere le sue speranze per un buon 2022.
“Avremmo dovuto già fare un buon raccolto lo scorso anno – spiega infatti Marcoaldi – ma con le gelate tardive la produzione è stata pressoché azzerata. Alla fine, infatti, abbiamo raccolto circa il 15% di quello che ci aspettavamo. Unica consolazione sono state la qualità e la pezzatura, davvero buone. Ovviamente, se i cambiamenti climatici in atto ce lo consentiranno, nel 2022 ci aspettiamo una buona raccolta. Ma al momento è davvero prematuro fare previsioni, perché la fioritura nella nostra zona inizia ai primi giorni di marzo”.
In ogni caso, alcuni soci Copa hanno già dimostrato di credere in questa coltura. “Attorno a questo progetto – prosegue Marcoaldi – abbiamo aggregato 26 associati; è fondamentale fare sistema per realizzare qualcosa di credibile, e questo vale per tutto il sistema agricolo italiano, che ha sempre pagato una scarsa capacità di aggregarsi. Per quanto ci riguarda, col mandorlo ci stiamo provando e ci stiamo sempre più organizzando. A livello agronomico, per ora abbiamo piantato soprattutto le varietà Tuono e Avijor, ma stiamo valutando anche altre cultivar a fioritura più tardiva, per garantirci ulteriormente contro il pericolo di gelate tardive. Crediamo che il mandorlo possa rappresentare una valida alternativa ad altre varietà ortofrutticole, asparago a parte (di cui la cooperativa è grande produttrice, ndr), che continua in linea generale a dare buone soddisfazioni”.