Il dialogo tra Roma e Bucarest per l'arrivo di lavoratori stagionali dalla Romania nelle campagne italiane in piena emergenza coronavirus è avviato, ma per arrivare a un accordo servono garanzie per la sicurezza e per i diritti. Lo ha dichiarato ad Askanews l'ambasciatore romeno in Italia, George Bologan.
L'ambasciatore ha parlato di un “incontro cordiale e pragmatico lunedì scorso con la ministra italiana delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. Questa crisi ci ha mostrato quanto sia essenziale l'agricoltura per evitare la carestia. La Romania sta attraversando il periodo più duro dell'emergenza coronavirus, il Paese è indietro di 2-3 settimane rispetto all'Italia. Per questo ho preso nota delle richieste della ministra Bellanova e ho parlato con i rappresentanti di categoria, ma per poter lavorare gli stagionali devono essere tutali nei loro diritti, nelle norme di sicurezza e nella loro dignità”.
“E' una situazione inedita – ha continuato Bologan – si tratta di una pandemia, e non possiamo far muovere le persone da una zona dove c'è un focolaio a un'altra. La Romania è e resta al fianco dell'Italia e c'è la nostra disponibilità a discutere, ma bisogna tenere presente la situazione. Inoltre ci sono tanti lavoratori già qui in Italia che potrebbero essere già impiegati, basta che abbiano le giuste informazioni e i contratti siano chiari”.
Intanto la ministra Bellanova oggi ha fatto sapere che la norma sulla visita medica dei lavoratori agricoli stagionali è stata semplificata. Si tratta di “una semplificazione opportuna per fronteggiare l’emergenza di manodopera in questa fase complessa“, ha spiegato la ministra, Teresa Bellanova, commentando l’emendamento approvato in commissione Bilancio al Senato che introduce una notevole semplificazione in tema di visita medica a vantaggio del lavoratore agricolo stagionale, senza incidere in modo negativo sulla sicurezza e sulla tutela della salute.
La modifica normativa, una volta approvata dal Parlamento, consentirà di potere fruire di una validità annuale della visita medica, permettendo al lavoratore risultato idoneo di prestare la propria attività anche presso diverse imprese agricole (nell’arco di quel periodo di tempo) per lavorazioni che presentano i medesimi rischi, senza la necessità di ulteriori accertamenti medici. Un vincolo burocratico in meno e più possibilità per aziende agricole e lavoratori di far fronte all’emergenza di carenza di manodopera in questa fase complessa.