Dovrebbe essere quanto meno una stagione normale per il Marrone del Mugello Igp, che ancora una volta sarà certificato da Tca srl, acronimo di Toscana Certificazione Agroalimentare, ente che il 31 agosto scorso ha ottenuto a questo scopo l’autorizzazione 441041 dal Mipaaf.
A fare il punto è il presidente del Consorzio Marrone del Mugelli Igp, Emanuele Piani, che spiega: “In linea generale la fioritura è stata buona, quindi la produzione dovrebbe essere soddisfacente. Unico neo, da questo punto di vista, l’abbondante piovosità registrata in alcune zone che non ha favorito una piena allegagione”.
Come dice lo stesso presidente, del resto, l’areale è piuttosto vasto: sono infatti circa tremila gli ettari di castagneto potenzialmente ricompresi nel disciplinare, di cui oltre 900 certificati.
Anche la questione del cinipide galligeno risulta sotto controllo. Conferma Piani: “A parte due o tre focolai in cui ancora questo insetto è molto presente, ma che non superano la decina di ettari, è dal 2015 che non registriamo particolari problemi sotto questo aspetto”. Una cosa positiva, questa, che si unisce all’interesse che, “da una quindicina d’anni – prosegue il presidente del Consorzio – sta riscuotendo il Marrone del Mugello Igp. Anche molti giovani sono interessati a portare avanti questa coltura”.
L’auspicio, quindi, è che non accada ciò che è avvenuto con le quotazioni dello scorso anno. “Nel 2022 – conclude Emanuele Piani – abbiamo sofferto la siccità, come un po’ tutti, ma alla fine i quantitativi ci sono stati. Anche i consumatori hanno ricercato il nostro prodotto e lo hanno pagato più o meno 6,50 euro il chilo, un prezzo normale insomma. Ciò che non ha funzionato è stato il passaggio all’ingrosso. Di norma, infatti, ciò che dovrebbe essere pagato dai 4 ai 4,5 euro il chilo, è stato pagato a 3,5 euro il chilo. Una quotazione oltremodo sotto le aspettative, che non aveva giustificazioni”.