28 novembre 2022

Marrone di Castel del Rio Igp: annata folle

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Giuliano Monti, presidente del Consorzio del Marrone di Castel del Rio Igp, definisce il 2022 “una pazza annata” per quanto riguarda la produzione di questo pregiato frutto dell’Appennino romagnolo. Particolarmente complesso, infatti, risulta tirare le somme di una stagione pressochè indecifrabile ma sicuramente problematica, viste le tante componenti che sono entrate in gioco.

“Da quando mi occupo di castanicoltura, cioè da oltre 30 anni – spiega Monti – non avevo mai assistito a un’annata come questa. Per il secondo anno consecutivo, infatti, abbiamo avuto problemi legati alla siccità, cui si sono sommati quelli provocati dalla vespa cinese, che nell’ultima decade ha provocato veri e propri disastri in zona. Date queste premesse, pensavamo ci fosse una produzione scarsa a livello generale, invece i quantitativi sono risultati estremamente variabili da zona a zona. In un mio castagneto, per esempio, dove l’anno scorso avevo raccolto solo novanta chili e normalmente dovrei realizzare dieci quintali, quest’anno sono arrivato addirittura a quota tredici quintali. Evidentemente la pioggia caduta il 16 agosto, quando ormai tutti pensavamo fosse arrivata troppo tardi, è stata comunque importante per la produzione di molte piante. Ovviamente – prosegue Monti – la situazione non è stata questa ovunque, e in alcune zone il raccolto è stato molto scarso. Per cui, a conti fatti, ci troviamo a che fare con la cosiddetta media del pollo, nel senso che l’areale di produzione del Marrone di Castel del Rio Igp è di 600 ettari, la normalità sarebbe produrre cinquemila quintali, ma più o meno quest’anno siamo arrivati a 3.500 quintali”.

A complicare le cose, poi, ci si è messo anche clima. “Il caldo atipico del mese di ottobre – continua Monti – ha influenzato molto le vendite, che sono andate a rilento proprio a causa delle alte temperature. Le stesse sagre non hanno assorbito quella percentuale di prodotto che normalmente viene commercializzata in queste manifestazioni. Un vero peccato perché la qualità e pezzatura erano eccellenti. In questo modo, chi non ha adeguate celle frigorifere, ha dovuto affrontare problemi di marciume, perché il frutto naturalmente deperisce”.

Proprio il problema della conservazione, è stato risolto da Monti in modo professionale. “Il marrone – spiega – va conservato al freddo. Vedendo l’andamento del clima negli ultimi anni, mi sono quindi dotato di celle frigorifere. Ma non solo: per evitare marcescenze, dovute al formarsi di muffe tra un frutto e l’altro, gli stessi frutti vanno mossi pressochè ogni giorno. Con una corretta conservazione, si può prolungare la vita di un marrone anche fino a marzo. Ma, appunto, è importante girarli quotidianamente all’interno delle cassette, e mantenerli a circa 2 gradi centigradi”.

Infine, il capitolo prezzi. “Le quotazioni – conclude Monti – sono state più basse dello scorso anno. A fronte di una vendita che non è decollata, il dettaglio ha perso circa 1 euro rispetto al 2021, passando da 8,50/8 euro il chilo a 7,50/7 euro”.

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