07 dicembre 2021

Marrone di Zocca: nel Modenese la produzione cala del 30%

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Anche nel Modenese la campagna 2021 di castagne e marroni, come in molte zone d’Italia, è un netto calo rispetto all’annata 2020. A confermarlo è Maria Imelde Pasini, che assieme al figlio Leonardo è titolare dell’azienda agricola “San Bartolomeo” di Samone di Guiglia (Modena).

Curiosa, peraltro, è la vicenda della sua azienda, che per quanto riguarda il castagneto misto si estende oltre il centinaio di ettari ed è stata una delle prime ad essere certificare biologiche in tutta la zona. La Pasini infatti, laureata in scienze biologiche e oggi con la “San Bartolomeo” fornitrice anche di circuiti come Naturasì, ha ottenuto la certificazione bio fin dal 1995.

La produzione di castagne e marroni – spiega – quest’anno è stata inficiata dalla siccità, tanto che abbiamo perso almeno un terzo di prodotto rispetto allo scorso anno, ma altri produttori hanno avuto danni ancora maggiori. Ovviamente questa situazione si è ripercossa anche nei calibri. Inoltre, ci sono sempre da considerare anche i danni provocati dai cinghiali, che ormai sono diventati molto raffinati, scegliendo solo i frutti migliori. E neppure le difese elettrificate talvolta risultano efficaci. Fortunatamente, invece, da qualche anno il problema del cinipide, almeno dalle nostre parti, è stato risolto”.

Con una così lunga esperienza alle spalle nel campo del biologico, oggi Maria Imelde Pasini rifarebbe questa scelta? “Credo di sì – dice – non mi sono pentita. Certo – aggiunge – ho potuto constatare che, per acquistare biologico, occorre anche una certa cultura, almeno dal punto di vista alimentare. Tanto che ho notato, appunto, che acquistano questi prodotti tendenzialmente i giovani o chi ha appunto una certa educazione sugli alimenti. Altrimenti, c’è chi preferisce optare spesso per prodotti anche più appariscenti, come possono essere certi marroni ultra concimati”.

Infine, per quanto riguarda i prezzi, la Pasini conclude: “Le quotazioni di quest’anno sono state abbastanza soddisfacenti. Ma dovrebbe comunque essere maggiormente riconosciuto, dalle istituzioni, il lavoro di presidio del territorio collinare che facciamo noi agricoltori”.

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