11 settembre 2023

Marrone e Castagna di Serino Igp: c’è comunque ottimismo

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Dal punto di vista produttivo non dovrebbe essere eccezionale l’annata 2023 per il Marrone e la Castagna di Serino Igp, che proprio il 21 giugno scorso ha visto la nascita del Consorzio di Tutela. Tuttavia, tra diversi operatori serpeggia un certo ottimismo sulla valorizzazione dell’Igp, dovuto proprio alle qualità intrinseche e alle tante potenzialità di questo prodotto, ingrediente ideale, ad esempio, anche per i pregiati marron glacé.

Ingino: “Una produzione più contenuta non è detto che sia un fattore negativo”

La presidente del Consorzio, Giulia Ingino, è la prima credere nella forza ancora inespressa di questo prodotto. “La campagna 2023 – spiega – inizierà con tutta probabilità in ritardo, attorno ai primi giorni di ottobre. Per recuperare un po’ di tempo sul tabellino di marcia, dovrebbero arrivare giorni di pioggia alternati a giorni di sole, ma al momento non sembra. Ascoltando un po’ le voci dei diversi soci del Consorzio, la produzione di quest’anno sarà differenziata a macchia di leopardo. Ci sono infatti zone che hanno subito più di altre il maltempo, tra cui pure una forte grandinata, e altre aree dove le piante presentano chiome folte e ricci molto belli”.

Non è detto, tuttavia, che tutto il male venga per nuocere. Spiega ancora Ingino: “L’anno scorso abbiamo avuto un’altissima produzione, ma le castagne sono cadute praticamente tutte insieme e molti non hanno fatto in tempo nemmeno a raccoglierle prima che marcissero. Anzi: nel 2022 dal 30 al 40% del prodotto è marcito. I minori quantitativi di quest’anni potrebbero quindi aiutare in questo senso a lavorare meglio il prodotto e confidiamo che la qualità sia migliore”.

C’è poi già un importante appuntamento in calendario. “Lunedì prossimo – annuncia Ingino – faremo la prima riunione del Cda del Consorzio. Sarà importante per stabilire i primi obiettivi e cominciare a lavorare insieme, uniti e in gruppo, per lo sviluppo del Consorzio”.

Si richiesta di myfruit.it, Ingino interviene anche sulla questione prezzi dicendo: “Dobbiamo mantenerci su un prezzo equo, che permetta redditività al produttore ma lasci anche all’industria un margine per lavorare. Aumentare troppo le quotazioni delle castagne, potrebbe essere controproducente”.

Il “segreto” dell’azienda agricola Giaquinto

Antonio Luce Montoro (nella foto sotto), titolare dell’azienda agricola Giaquinto di Aterrana (Avellino), 100% biologica e da subito all’interno del Consorzio della Castagna e del Marrone di Serino Igp, fornisce alcune stime. “Non sarà un’annata da ricordare – spiega – e avremo cali di produzione, a livello di areale dell’Igo, tra il 20 e il 60%. A pesare è stato soprattutto il maltempo della scorsa primavera”.

Lo stesso Luce Montoro rivela anche il suo segreto. “Per quanto mi riguarda – continua – sono riuscito, condizioni meteo sempre permettendo, a non avere questi sbalzi di produzione ma a mantenere una certa costanza, grazie a un lavoro nel castagneto che prosegue durante tutto l’anno e non solo ad esempio ad agosto, per la pulitura, e ad ottobre per la raccolta. Per contrastare il marciume, del resto, una delle maggiori insidie attualmente per chi fa castanicoltura, ci sono anche alcuni sistemi, sia biologici sia per chi fa lotta integrata. Ad esempio, facendo passaggi col rame e con alcuni microorganismi in alcune fasi dell’accrescimento dei frutti, abbinando il tutto a una raccolta rapida, si riescono a ottenere buoni risultati in tal senso. Insomma, il castagneto dovrebbe essere trattato come un frutteto”.

Quanto all’avventura dell’Igp, Luce Montoro rileva: “Attualmente non dà ancora un valore aggiunto, ma ritengo sia un progetto interessante e per questo ho deciso di aderire. Credo che se continuiamo a lavorare come stiamo facendo, l’interesse su questo prodotto possa crescere. Ci sono ampie potenzialità”.

Alessandro Buonanno: “Ancora lontani dai primi anni Duemila, ma bene l’Igp”

E’ invece ancora prematuro, per Alessandro Buonanno dell’omonima azienda agricola di Solofra (Avellino), altro areale del Consorzio Igp, fare previsioni sulla prossima campagna. “Saranno decisive – spiega – le ultime due settimane, anche perché dovremo vedere quali danni provocherà il cinipide, ancora presente anche se in modo molto più contenuto rispetto ad anni fa. Una cosa però è certa: siamo ancora molto lontani dalla produzione che c’era da queste parti nei primi anni Duemila”.

Proprio in quegli anni, Buonanno era arrivato addirittura a produrre su 40 ettari di castagneto, tra terreno in affitto e di proprietà. Oggi, comunque, continua a coltivare castagne su 12 ettari di proprietà, tutti certificati Igp. “Non è facile fare castanicoltura in queste zone – spiega – tanto che oltre al concetto di viticoltore eroico, bisognerebbe introdurre anche quello di castanicoltore eroico. Non dimentichiamo, tra l’altro, che come azienda ricadiamo anche nel Parco dei Monti Picentini. Al di là di tutto, però, penso che l’Igp possa essere un bel progetto con tante potenzialità. Mi auguro per questo che possano presto seguirci anche tanti altri giovani produttori”.

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