Negli ultimi quattro anni il segmento dei berries ha registrato un aumento del 55% a valore ma c’è potenziale per crescere ancora.
Così la pensano Matteo e Luca Molari, co-Ceo di I Frutti di Gil, joint venture di filiera per i frutti di bosco, nata dalla partnership tra Orsero (leader per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, che ne detiene il 51%) e Cerchia Holding, facente capo agli stessi Molari, titolari di G-Berries e Molari società agricola, specializzate nella selezione varietale e nel vivaismo di berries.
Matteo e Luca sono figli d'arte (loro padre, Gilberto, è stato uno tra i primi innovatori del comparto, ndr) e sui piccoli frutti hanno le idee chiare. “Per aumentare la penetrazione il primo passo è soddisfare in modo continuativo il consumatore. Per farlo partiamo da un concetto per noi fondamentale: un mirtillo non è sempre un semplice mirtillo, e un lampone non è sempre un semplice lampone”.
Il mirtillo è moderno, si può segmentare
“L’Italia, per esempio, può benissimo puntare a trend di consumo simili a quelli del mercato inglese, dove una famiglia su due acquista mirtilli – affermano gli imprenditori - Il mirtillo è un frutto moderno, forse il più moderno di tutto il settore Ortofrutta, e lavorando sulla segmentazione, oltre che sulla qualità, potremmo fare un salto in avanti nello sviluppo della referenza”.
“Sarà quindi sempre più importante lavorare su nuovi formati che rispondono a differenti momenti di consumo e su varietà che offrano ulteriori modalità di consumo. Senza dimenticare lo sviluppo delle diverse origini”.
Per mora e lampone più continuità
Continuità nel livello qualitativo dell’offerta, stabilità di gusto e programmazione per evitare rotture di stock, invece, sono le parole chiave per migliorarsi su mora e lampone. “Per queste referenze – spiegano Matteo e Luca Molari - lavoriamo strutturando importanti progetti produttivi che prevedano una scelta varietale in grado di ampliare il calendario italiano”.
“Investiamo in miglioramento varietale e collaboriamo con nostri storici partner della produzione nelle principali origini estere proprio per garantire la maggiore uniformità varietale possibile anche nella finestra di import”. Per saperne di più si può leggere anche l'intervista su Italian Berry.
Ribes, questione delicata
Secondo i fratelli Molari, il mercato del ribes, invece, ha subito un rallentamento quasi strutturale. “Da una parte il ribes è un prodotto di complemento ma, dall’altra parte, ha costi importanti di gestione per i distributori e, se di importazione, spesso risulta molto costoso anche per il consumatore”.
Insomma, il tema è delicato, e la referenza meriterebbe un lavoro specifico, in stretta collaborazione tra distributori e buyer.
“L’obiettivo ultimo è portare sulla tavola del cliente un prodotto di qualità 52 settimane l’anno – ribadiscono - Per noi la strada giusta per aumentare la penetrazione della categoria e per consolidare la presenza de I Frutti di Gil sul mercato”.
In questa ottica gli imprenditori ribadiscono l’importanza della segmentazione, soprattutto per il mirtillo. “Ne abbiamo già visto alcuni benefici grazie all’introduzione la scorsa pimavera del pack open top. Lo faremo con altri progetti che abbiamo in serbo per i prossimi mesi”.
Dialogare con il consumatore
Il Gruppo Orsero investe da sempre in marketing e comunicazione perché crede nel valore della marca e nell’importanza di instaurare un dialogo solido e onesto con il consumatore.
“Per raccontare il nostro progetto dedicato ai berries insieme al Gruppo Orsero abbiamo iniziato con una campagna istituzionale, con un media mix che prevede stampa, web, social e OOH (Out of home, ndr) – concludono Matteo e Luca Molari - Abbiamo sviluppato in parallelo un racconto dei punti di forza del nostro progetto e dei nostri prodotti, e continueremo questo percorso lavorando su occasioni di consumo e mondi specifici, portando i berries tra la gente, in situazioni reali, per promuoverli e spingere ancora più in alto la penetrazione del comparto”.