Nei meleti friulani, proprio in questi giorni, è iniziata la raccolta delle prime mele, della varietà Gala (per la Golden bisognerà attendere sino al 20 settembre). Due le settimane di ritardo quindi, come del resto è già avvenuto anche in altre zone italiane, a partire dalla Val Venosta. Anche in questo caso le motivazioni sono da ricerccarsi da una parte nell'inizio ritardato della primavera e dall’altra nella siccità di giugno e luglio che ha causato stress idrico nonostante l’utilizzo dell’irrigazione di soccorso.
«Le condizioni climatiche di quest’anno hanno ridotto la pezzatura media – ha commentato il presidente Peter Larcher, presidente dell’Associazione Mela Julia, che riunisce i produttori friulani di mele, a Il Friuli.it – questo significa che ci sarà meno quantità nel prodotto di ‘prima scelta’, garantendo alle aziende prezzi remunerativi».
Dai 400mila quintali del 2012, quindi, si passerà ai 350mila di quest’anno: in realtà la diminuzione del raccolto è dovuta anche alla riduzione degli ettari dedicati alla melicoltura in Friuli, che in 5 anni sono passati da 1500 ettari agli attuali 900. Molti terreni sono stati convertiti alla maiscoltura, soprattutto dove erano presenti impianti vecchi o sui quali non si era investito con sistemi antigrandine o antibrina.
Eppure, come sottolinea ancora Larcher, non solo il Friuli è una terra vocata per questa coltura, ma anche il mercato la premia con un’ottima domanda, anche di spremuta integrale di mele, tanto che proprio in questo periodo, per farlo conoscere ancora di più, verrà venduto a prezzi promozionali.