In mezzo al grande stand altoatesino di Fruit Logistica, tra le tante teche che come di consueto mettono in bella mostra le innumerevoli varietà di mele coltivate in questo angolo del nord Italia così vocato alla melicoltura, quest'anno spiccava anche quella che custodiva la nuova nata yello®, presentata in anteprima durante l’ultima edizione di Interpoma a Bolzano.
Una novità di primo piano a livello non solo locale o di settore, ma anche internazionale e per tutta la filiera ortofrutticola, tanto da essere stata compresa tra le 10 candidate a livello mondiale che ambivano ad aggiudicarsi l’Innovation Award 2017, l‘annuale premio dedicato alle innovazioni del settore della fiera berlinese (premio poi andato agli olandesi di Rijk Zwaan con Knox™).
“C’è un ottimo interesse nei confronti di yello®. I primi 40 tons venduti come test all’ortomercato di Milano ci hanno dato indicazioni molto interessanti, così come il panel test con i nostri key account” ci ha detto Gerhard Dichgans, direttore del VOG.
Grazie all’accordo con la prefettura di Nagano, la licenza di produzione e commercializzazione in esclusiva per l’Europa e il bacino del mediterraneo appartiene oggi a al Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige e a VI.P, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta.
Io penso che questa mela, proprio per le sue caratteristiche organolettiche, possa riscontrare in futuro un ottimo gradimento sui mercati asiatici. Non a caso, recentemente, un importatore della Malaysia si è detto entusiasta della mela yello®»
Per capire ora le vere potenzialità espresse dal direttore di VOG non resta che aspettare di vedere in commercio quantitativi un po’ più consistenti: in due anni, a partire da questa primavera, verrano piantati 150mila alberi (2/3 in carico a VOG, 1/3 a VIP), quindi bisognerà aspettare il raccolto 2018 per vedere questa nuova mela del Sol Levante coltivata in Alto Adige confrontarsi con il mercato e i consumatori.
Campagna 2016/2017. In linea con il piano di vendite
Fruit Logistica è anche il momento ideale per fare il punto a metà della campagna commerciale. I numeri del raccolto 2016 per VOG parlano di 627.000 tons complessivi di mele da tavola, +2% rispetto rispetto al 2015, con le consuete differenze tra varietà e varietà: Gala (-4%), Golden (+6%), Braeburn (+10%), Fuji (-22%), Granny Smith (-8%) e Morgenduft (-16%). Tutte le mele Club, invece, dopo un raccolto 2015 debole, hanno fatto segnare buoni incrementi, tanto da arrivare quasi ad un raccolto pieno, come ad esempio nel caso della Cripps Pink.
“Con l’inizio del nuovo anno, ci troviamo perfettamente in linea con il nostro piano di vendita – ha affermato Dichgans -. Anche in questo caso, le singole varietà hanno performato in modi diversi. Benissimo le Royal Gala e le Red, dove le vendite a dicembre hanno superato le nostre attese. Risultati secondo le previsioni per le vendite di Fuji, Braeburn e Granny, tenendo conto anche del volume minore raccolto. Sotto tono solo le Golden, che pagano lo scotto della chiusura dei mercati di esportazione, specialmente Egitto e Maghreb”.
I ricavi dalle vendite sono simili a quelli dello scorso anno, ad eccezione, tutta positiva, delle Gala (60% del raccolto già venduto) che, grazie alla grande domanda dei mercati, ha potuto ritoccare in alto le proprie quotazioni.
Prospettive per la seconda metà della campagna? “Una prima constatazione positiva viene dal fatto che la qualità delle mele immagazzinate è ottima, e si distingue positivamente da quella dell’anno passato. Questo vale anche per le nostre Gala, che lo scorso anno avevano dato alcuni problemi. Quest’anno, possiamo invece puntare pienamente sulla buona qualità di conservazione della frutta e fornire del prodotto ai nostri clienti fino a fine marzo, inizio di aprile”.
Export. Fermo il Nord Africa, si guarda altrove
A proposito di Egitto e Maghreb, il grande bacino del Nord Africa, che negli ultimi anni aveva rappresentato un ottimo sbocco, sempre più strategico, un po’ per tutti i produttori di mele dell’Alto Adige e del Trentino, “in questo momento è fermo” conferma Dichgans.
In Libia e Algeria mercato chiuso a causa della grande svalutazione della moneta locale; l’Egitto, fino all’estate 2016 partner di primo piano per la frutta italiana, in particolare per le mele dell’Alto Adige, non riesce più a pagare merce di importazione.
Sul fronte dei mercati alternativi, dal VOG fanno sapere che le esportazioni verso il Medio Oriente e la Penisola araba marciavano a pieno ritmo. “Buono l’andamento delle vendite verso la Spagna e, sorprendentemente, anche le esportazioni verso il Sudamerica ed India. Anche in direzione Scandinavia, dopo un inizio debole, la domanda si è portata nuovamente sui volumi consueti”
“A renderci fiduciosi sul proseguo della campagna è una tendenza che osserviamo oramai da alcuni anni – conclude il Direttore del VOG – Anche nella seconda metà della stagione infatti la preferenza della clientela resta per il prodotto europeo. Ne fanno le spese le importazioni dall'emisfero Sud, che stanno perdendo da cinque anni a oggi importanti quote di mercato in Europa. E in questo contesto, l’Alto Adige quest’anno potrà giocare le sue carte, contando sulla qualità della propria offerta”.