Nella campagna 2021-22, rispetto a quella precedente, i costi per il condizionamento e il confezionamento delle mele sono cresciuti di quasi il 25 per cento. A dirlo è la ricognizione messa a punto da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) in collaborazione con Assomela: “Non sono state raccolte le informazioni relative ai rincari del prezzo dei prodotti energetici e degli altri mezzi correnti di produzione poiché si sono verificate successivamente al momento del rilievo dei costi”, si legge nel report.
Nonostante questa precisazione, dai numeri si rileva già la forte incidenza della spesa per l'energia (+143%) e, pertanto, “per la prossima campagna 2022-23 è lecito attendere un ulteriore aumento dei costi rispetto a quanto descritto in questo report”.
Il metodo
Le informazioni sui costi sono state raccolte grazie al contributo dei principali confezionatori di mele italiani che hanno estrapolato i dati elementari dai bilanci di esercizio relativi alle campagne commerciali 2020-21 e 2021-22.
Tali bilanci vanno dal primo agosto al 31 luglio dell'anno successivo.
Le voci prese in esame
L’indagine ha preso in esame i costi sostenuti per la conservazione nelle celle frigorifere e per il confezionamento delle mele al fine di poter esser commercializzate secondo gli standard qualitativi e commerciali vigenti a livello internazionale.
In particolare, sono stati contabilizzati tutti i costi inerenti la fase di accettazione nello stabilimento delle mele provenienti dai frutteti; le lavorazioni propedeutiche alla frigoconservazione; la frigoconservazione; le lavorazioni delle mele propedeutiche al confezionamento; il confezionamento e l’imballaggio per la spedizione; la movimentazione del prodotto all’interno dello stabilimento; il marketing e la pubblicità.
Non sono invece stati inclusi nel calcolo i costi di trasporto dallo stabilimento del confezionatore ai distributori-clienti, le tasse e le imposte, l’Iva e gli sconti ai clienti e gli altri costi commerciali.
I risultati
Rispetto alla campagna precedente i costi hanno subito un incremento complessivo del 24,6 per cento. Oltre all'incremento delle spese per l'energia di cui si è già detto, sono aumentati del 23% i costi per gli imballaggi, del 21% i costi per il trasporto interno, del 20% le spese per il marketing.
Incrementi meno significativi per i costi finanziari (5%), per la manutenzione degli impianti (8%) e per il personale (8%).
Un aspetto che vale la pena rilevare riguarda la composizione dei costi complessivi. Se nella campagna 2020-21 l'energia rappresentava l'8% dei costi, nella campagna successiva passa al 16 per cento.
Resta invece stabile il peso degli imballaggi (29% dei costi totali), dei trasporti interni (3%) e delle manutenzioni (4%), mentre subiscono un decremento le spese di marketing (che passano dal 5 al 4%), i costi finanziari (dall'11 al 9%) e il personale (dal 32 al 28%).
Uno strumento contro le pratiche sleali
“Con la pubblicazione dei costi di condizionamento e confezionamento delle mele si potrà dare finalmente avvio all'applicazione del Decreto legislativo contro le pratiche commerciali sleali – dichiara Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo – Ringraziamo Ismea per aver prontamente accolto la nostra richiesta di collaborazione per certificare anche la fase di condizionamento in modo ufficiale e oggettivo. Così ci verranno forniti tutti i dati utili per poter applicare il Decreto contro le pratiche commerciali sleali e saremo nelle condizioni di metterci a disposizione di produttori, cooperative ed organizzazioni dei produttori (Op) che vogliono farsi riconoscere il giusto prezzo per le loro produzioni di mele”.
“La Granda, che vanta una produzione di eccellenza a marchio Igp, la Mela Rossa Cuneo, vede una progressiva espansione degli impianti di melo – prosegue – con oltre duemila aziende frutticole coinvolte e una superficie dedicata di quasi seimila ettari (+21% negli ultimi cinque anni), pari all'85% della superficie piemontese coltivata a melo”.
“Un quadro di importante crescita e di grandi aspettative che rischia di andare in fumo – aggiunge il direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – per l'insostenibilità economica di una situazione che vede la grande distribuzione e i soggetti intermediari lungo la filiera applicare il proprio strapotere acquistando e vendendo a prezzi che non coprono neanche i costi di produzione. La collaborazione con Ismea è una prima importante risposta al nostro sos frutta a cui auspichiamo possano aggiungersene altre a breve per consentire alle nostre imprese di non svendere i raccolti”.