11 gennaio 2021

Mele italiane, ottimismo giustificato per la campagna in corso

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I prezzi di esordio sono superiori a quelli delle campagne 2019-20 e 2018-19

Con 2,1 milioni di tonnellate (stime Assomela), la produzione nazionale di mele è molto simile a quella dello scorso anno  (+1%) ma, a far ben sperare per la nuova stagione, sono i prezzi. Che, secondo quanto riportato dall’indagine Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) “Mele: principali dinamiche della campagna 2020-21”, sono nettamente superiori a quelli iniziali delle campagne 2019-20 e 2018-19. Secondo le previsioni, al mercato del fresco saranno destinate circa 1,8 milioni di tonnellate: si tratta di un quantitativo superiore alle attese, ma comunque inferiore alla media delle ultime stagioni.

Quando all’aspetto qualitativo, nell’indagine si legge: “Qualità eccellente nelle diverse regioni produttive e calibri mediamente sostenuti per tutte le varietà, grazie al clima estivo non eccessivamente caldo che ha permesso un ottimale accrescimento dei frutti”.

Perdono Francia e Spagna, buone le prospettive per l’export

A generare ottimismo vi è anche un altro elemento: Francia e Spagna registrano una importante contrazione produttiva, rispettivamente del 18 e del 27 per cento. Il che potrebbe portare a un incremento delle esportazioni italiane sia verso i due paesi in difficoltà, sia verso nuovi mercati che, in carenza del prodotto spagnolo e francese, potrebbero essere raggiungibili dalle mele italiane.

L'Italia comunque vanta esportazioni per circa 800 milioni di euro e un saldo attivo della bilancia commerciale per 750 milioni di euro. Nella campagna 2019-20 la Germania si è confermata il primo cliente, con un forte incremento sia in valore (+26%), sia in quantità (+22%) rispetto alla campagna precedente. La Germania vale da sola circa un terzo degli introiti complessivi generati dalle esportazioni, seguita dall’Egitto, che registra un forte aumento sia in termini di quantità importate (+27%) sia di prezzo medio all’import (+29%). Pesante battuta d’arresto per l’India, che segna un decremento delle importazioni del 40%, in volume e in valore.

Crescono i consumi e l’ottimismo degli operatori

La spesa è cresciuta del 17%, trainata dall’aumento del prezzo medio (+13%)

Bene sul fronte dei consumi interni: secondo l’indagine di Ismea la carenza di frutta estiva ha determinato un incremento delle vendite di mele anche in estate, agevolando così l’esaurimento delle scorte residue della campagna precedente e permettendo quindi alle mele del nuovo raccolto di trovare un adeguato spazio sul mercato. Inoltre, la pandemia ha determinato un rinvigorimento dei consumi in Italia e Europa: secondo i dati Ismea-Nielsen, negli ultimi 12 mesi le vendite sono aumentate del 4% su base annua, mentre la spesa è cresciuta del 17%, trainata dall’aumento del prezzo medio (+13%). Numeri che accrescerebbero l’ottimismo: l'indice del clima di fiducia elaborato da Ismea indica buona soddisfazione degli operatori del comparto e, in generale, un maggior livello di fiducia delle aziende frutticole rispetto al totale delle aziende agricole.

Buone nuove per il potenziale produttivo

Superficie in produzione in Italia, variazione percentuale

L'indagine conferma la tendenza strutturale a un lieve incremento degli investimenti: nel 2020 la superficie produttiva italiana è cresciuta dello 0,7% rispetto al dato medio del triennio precedente. Incrementi più marcati si rilevano in Piemonte ed Emilia-Romagna, mentre l’Alto Adige perde il 2,3% della superficie rispetto al triennio 2017-2019. Numeri che Ismea interpreta non come dismissione degli impianti, ma come rinnovo degli stessi, nell’ottica di una riconversione varietale dei meleti che prevede la sostituzione di varietà storiche, con nuove varietà.

Le mele bio sono il 9% del totale

A tal proposito, il trend positivo della produzione asseconda la crescente domanda di mele “club”, mentre si registrano quantitativi sotto la media per Golden Delicious. Crescono le mele bio che, con una produzione stimata in oltre 185mila tonnellate, segnano il nuovo record produttivo e si attestano a circa il 9% della produzione totale.

Importazioni, crollo del 29% per la campagna 2019-20

Principali mercati di approvvigionamento

Quanto alle importazioni, quelle della campagna 2019-20 si sono attestate intorno a poco più di 45mila tonnellate, segnando il livello più basso delle ultime cinque annate e  una riduzione del 29% sulla stagione precedente. Quanto ai mercati di approvvigionamento, il Cile è il principale fornitore dell’Italia, con un incremento del 37 per cento. Si segnala, per la stagione 2019-20, l’aumento delle importazioni da Spagna e Germania e il ridimensionamento del ruolo della Francia grazie soprattutto alla diminuzione del prezzo medio all’import che ha determinato una riduzione del 17% della spesa nonostante le forniture siano lievemente cresciute (+1%).

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