30 novembre 2021

Mele italiane: ottimo esordio per la campagna 2021/22

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C'è ottimismo per la campagna 2021/22 delle mele italiane e a dirlo è Ismea. La produzione scarsa di frutta estiva ha fatto sì che non si siano accumulate eccedenze produttive dalla scorsa stagione e, pertanto, si parte di slancio con la nuova campagna. Inoltre, il disastro pere e le produzioni al ribasso di kiwi dovrebbero favorire ancor di più il consumo di mele le quali, quest'anno, sono di buona qualità, se non fosse per i calibri più piccoli rispetto al 2020.

Tra gli altri aspetti rilevati da Ismea, sono tre quelli che vale la pena sottolineare: il nuovo record per le mele bio, il notevole incremento delle produzioni dell'Est Europa e i prezzi che premiano i produttori. In tempi normali ci sarebbe anche la maggiore richiesta di prodotto confezionato (pari al 33% delle vendite complessive) ma, in piena quarta ondata pandemica, non fa più notizia.

La produzione italiana sotto la lente

I dati non sono ancora definitivi ma, secondo Assomela, la produzione di quest'anno dovrebbe attestarsi intorno a due milioni di tonnellate (circa 1,8 per il consumo fresco), in flessione del 5% rispetto allo scorso anno. Aumenta la produzione in Alto Adige (+4%) e in Emilia-Romagna (+2%) mentre diminuisce in Trentino (-5%). Causa gelate primaverili, flessioni a doppia cifra in Piemonte, Veneto, Lombardia e Friuli.

Varietà: chi scende e chi sale

La Golden Delicious si conferma la principale varietà, con una quota del 36% sulla produzione complessiva. Rispetto alla campagna precedente si registra un incremento del 4% della disponibilità, ma rispetto al dato medio dell'ultimo triennio si evidenzia una flessione del 7% frutto della sostituzione della Golden con nuove varietà.

Le mele del gruppo Gala sono al secondo posto dell'offerta nazionale con una quota del 18 per cento. Nel 2021 si evidenzia una flessione rispetto al 2020, ma il dato è in sostanza stabile rispetto al triennio precedente (+1%).

La Red Delicious rappresenta il 10% dell'offerta italiana e segna una flessione sia rispetto al 2020 (-17%) sia rispetto al dato medio dell'ultimo triennio (-19%). Fuji e Cripps Pink –  ossia il 7% e il 5% della produzione italiana – registrano una flessione sia rispetto al 2020, sia rispetto al dato medio del triennio 2018-20. La flessione è molto più marcata per le Fuji (-15%). La Cripps Pink perde il 5 per cento.

Tra le altre varietà si segnala – rispetto al 2020 – la flessione del 32% della produzione di Granny Smith e di Renetta, entrambe particolarmente colpite dal freddo primaverile.

Nuovo record per il bio

Fa invece registrare un nuovo record la produzione biologica, che nel 2021 è stimata in poco più di 200mila tonnellate, un quantitativo che corrisponde al 10% circa della produzione italiana complessiva. Tale dato conferma la leadership dell’Italia a livello europeo: oltre un terzo all’offerta europea di mele bio è made in Italy.

Pericolo Est Europa

Cresce del 10% la produzione europea di mele. Secondo le stime del Wapa (World apple and pear association), nel 2021, ammonta a circa 11,7 milioni di tonnellate, circa un milione in più rispetto all’anno precedente, con un incremento importante in Polonia, Spagna e Ungheria. In particolare, per il raccolto della Polonia si stima una produzione di circa 4,2 milioni di tonnellate, +22% sul 2020.

L'assenza di pere, kiwi e frutta estiva fa volare le mele

A condizionare positivamente il mercato sin dalle prime contrattazioni è stata la carenza di frutta estiva, in particolare susine, pesche e nettarine. Il che ha naturalmente favorito l'esaurimento delle scorte residue della campagna precedente, permettendo di collocare il nuovo prodotto su livelli di prezzo simili o superiori a quelli iniziali della campagna 2020-21.

Le mele, inoltre, dovrebbero giovare, anche nei prossimi mesi, della (quasi) assenza delle pere e della produzione sotto tono di kiwi.

Bene i prezzi di esordio

I prezzi di esordio delle diverse varietà sono simili o superiori a quelli iniziali della campagna 2020-21. Le principali flessioni si registrano per la Fuji sulla piazza di Forlì, per la Gala a Cuneo e Verona e, sulla piazza di Bolzano, per le Stark e la Golden di calibro piccolo. Di contro, il mercato è stato finora molto positivo con incrementi a doppia cifra rispetto al triennio precedente per la Annurca a Caserta e per la Granny Smith su tutte le piazze.

Si fanno notare le quotazioni particolarmente positive di Ferrara per la Cripps Pink, di Bolzano per la Fuji, di Ravenna per la Gala, di Cuneo per la Golden Delicious e di Verona per la Golden e la Stark Delicious.

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