19 ottobre 2012

Mele. Meno quantità e prezzi più stabili per riequilibrare domanda e offerta

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Per il comparto della frutta fresca quello appena trascorso è stato un anno sostanzialmente di pareggio: poteva andare peggio, considerando le condizioni meteo e il perdurare della crisi. Nonostante questo tra i meno soddisfatti compaiono i produttori di mele. Perché? Sul numero di ottobre, la rivista Food analizza, sulla base dei dati di mercato Gfk Eurisko, la stagione 2011/2012 terminata a giugno con un lungo reportage che vede, tra gli altri, proprio le mele come protagoniste di un intenso approfondimento. Nella carrellata di interventi raccolti dalla rivista ai principali esponenti del comparto italiano, l’aspetto fondamentale che emerge è l’eccessiva disponibilità di prodotto nella stagione appena trascorsa rispetto alla reale domanda: “Il nostro fatturato complessivo” – ha dichiarato Luca Granata, direttore generale di Melinda – “ha subito una flessione del 10% rispetto a quello record che aveva caratterizzato la stagione precedente”. Il motivo è da ricercare nella maggiore incidenza delle referenze a minore valore commerciale. Quindi, eccessiva disponibilità di mele di minor qualità rispetto a quelle di prima categoria. Secondo Michael Grasser, direttore marketing di Vi.P: “i mercati tradizionali hanno sofferto, mentre la gdo è riuscita, anche se con una crescente pressione promozionale e sui prezzi di listino, a mantenere il proprio posizionamento”. Sembra, quindi, positiva la previsione di quest’anno, vale a dire della stagione 2012/2013, dove è previsto un calo di quasi il 10% rispetto alla stagione record appena passata: “In Alto Adige ci aspettiamo un calo di circa il 15% a causa delle gelate di Pasqua” conferma Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio Vog, che vede però come un dato positivo il fatto che “il raccolto dei 27 Paesi Ue dovrebbe rimanere al di sotto della soglia psicologica delle 10 milioni di tonnellate, che garantirà un buon equilibrio tra domanda e offerta e stabilità dei prezzi”. Sulla stessa linea anche Simone Pilati, direttore generale di Consorzio La Trentina: “l’andamento delle vendite della passata stagione ha comportato continue offerte promozionali sia sul mercato nazionale che in esportazione”. Un altro aspetto mette d’accordo i quattro top player della mela interpellati: la crescente e vitale importanza dell’export, nonostante la frammentazione interna del comparto: in particolare crescono a doppia cifra i mercati extra-europei, Africa del Nord e penisola Araba in testa, che sembrano apprezzare la qualità superiore delle mele nostrane.

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