03 marzo 2017

Melinda. Svolta Bio in 5 anni, 300 ettari in più e varietà compatibili

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Da 80 ettari a 300 (+370 ettari), da 2500 tons a 14.ooo. Il tutto in 5 anni. È questo il “Piano Bio” di Melinda, che nei prossimi anni intende investire in modo importante nel mondo biologico. Una conversione, quella del Consorzio di melicoltori trentini, che nasce alla luce di tre considerazioni: “giova alla reputazione del marchio Melinda e rappresenta una possibilità per i soci di differenziare le coltivazioni. Non ultimo, la scelta di conversione al biologico rappresenta un’opportunità commerciale perché il Consorzio riuscirebbe in questo modo a garantire forniture costanti ai clienti” si legge in una nota diffusa dal Consorzio stesso.

Il piano di conversione al biologico è stato illustrato dei vertici del Consorzio mercoledì 1 marzo alla C.O.CE.A di Segno di Predaia (Tn) durante la cosiddetta ”Assemblea dei 300”, un incontro che riunisce periodicamente tutti i consiglieri delle 16 Cooperative associate di Melinda.

Varietà adatte al bio e realizzazione di “distretti”

Nel progetto bio di Melinda la ricerca di varietà adatte a questa coltivazione, ma anche ai gusti dei consumatori che richiedono i prodotti a certificazione biologica “e che possibilmente abbiano caratteristiche di resistenza e quindi adatte ad una “facile” gestione agronomica”.

Melinda sosterrà gli agricoltori per la diffusione di veri e propri “distretti” bio in grado di donare superfici sufficienti dedicate al biologico. E ancora “un adeguato servizio di assistenza tecnica”, “un eventuale team tecnico Bio con un responsabile e soprattutto promuovendo formazione specifica ai produttori soci. Saranno inoltre coinvolti capillarmente tutti i possibili interessati al progetto, compresi gli amministratori locali. La fattibilità del piano sarà garantita da un’adeguata copertura economica a sostegno dei soci intenzionati ad aderirvi”.

Galant e Isaaq sembrano ideali al bio, poiché varietà resistenti: il Consorzio Melinda, da questo punto di vista, si è garantito piante sufficienti per il futuro che “necessitano di meno trattamenti essendo naturalmente resistenti a determinate patologie come la ticchiolatura”.

All'incontro, oltre al direttore di Melinda, Paolo Gerevini e al presidente Michele Odorizzi, presenti anche Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot, che ha illustrato i risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni in termini di sostenibilità dalla frutticoltura trentina e l’Assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, che si ha illustrato le misure approvate dalla giunta provincialesull'utilizzo sostenibile dei fitofarmaci.

 

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