23 maggio 2018

Melone, ottimismo per l’inizio della stagione del prodotto italiano

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Agli sgoccioli il prodotto estero di Costa Rica e Senegal, è ormai partita la campagna di commercializzazione dei meloni italiani. In vendita, in questo momento, si trovano soprattutto i prodotti coltivati in Sicilia, mentre quelli del centro Italia sono appena entrati arrivato sul mercato e poi a seguire sarà la volta di quelli del veronese e del mantovano con in quali si entrerà a pieno regime fino, con il secondo ciclo, alla seconda settimana di ottobre.

I produttori prevedono un buco nella produzione verso il 10 di giugno come indica, ad esempio, Roberto Castello della Castello Ortofrutta: “Una carenza che deriva dalle oscillazioni meteo di aprile”. Concorda anche Ettore Cagna a capo di una delle aziende di riferimento del settore come Don Camillo, anche se sottolinea come il meteo possa portare a spostare questa data verso il 20/25 di giugno. “Insomma non è ancora detto”.

MeloneDonCamilloIl giudizio complessivo sulla stagione del melone, sulla base naturalmente dei dati a disposizione in questo momento, è positivo: “L'andamento del mercato è buono, oggi il consumo è per il 70/80 % di prodotto siciliano – continua Cagna – . Si avranno dei momenti di buco ed esubero, assisteremo a dei picchi, ma ad oggi il momento è positivo e per tutto il mese di maggio dovrebbe rimanere tale. Ci sarà poi da scontare l'effetto della frutta dell'estate che sposta i consumi”.  Si pensa quindi positivo alla Don Camillo, organizzazione di produttori che dispone di 1000 ettari in 5 regioni italiane – dalla Sicilia alla Lombardia passando per Veneto, Emilia-Romagna e Campania – e nel Senegal. Una geopolitica commerciale che permette di coltivare e vendere il melone retato (dall'anno scorso sta diventando interessante anche il melone liscio con 2mila tonnellate prodotte) per 12 mesi. L'incremento della produzione è stato notevole: dalle 24mila tonnellate del 2014 alle 33 mila dell'anno scorso.

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Mauro Aguzzi | Macfrut 2018

Stime di crescita anche per il Consorzio Melone Mantovano Igp, come conferma il presidente Mauro Aguzzi: “Nel 2017 eravamo a 900 ettari dedicati al Melone Igp, quest'anno c'è qualcosa in più,  siamo sui 1000 ettari. Mi aspetto per il 2018 di crescere ancora; circa un 15/20 %, arrivando a circa 6/7mila tonnellate di prodotto. Era l'obiettivo dell'anno scorso, non l'abbiamo centrato a causa del clima, per il troppo caldo”. Previsioni e numeri raccolti all'ultima edizione di Macfrut, dove il Consorzio ha lavorato sul fronte dell'esportazione: “Abbiamo avuto contatti con diversi buyer europei. La possibilità di lavorare con l'estero c'è tutta” conferma Aguzzi. “Abbiamo una potenzialità enorme, possiamo arrivare ad una crescita notevole della produzione, ma dobbiamo rispettare il disciplinare e puntiamo sulla massima qualità, quindi sul valore del melone mantovano coltivato dalle nostre 11 aziende associate che hanno a disposizione 2000 ettari”.

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Ortofrutta Castello | Macfrut 2018

Crescita anche Ortofrutta Castello, un gigante del padovano che dal 2011 ha più che raddoppiato il fatturato – considerando anche produzione e commercializzazione di altri frutti come cocomeri, clementine, arance, zucche e altri ancora – arrivando ai quasi 25 milioni di euro dell'ultimo bilancio. Il melone è il frutto più lavorato con oltre 9mila tonnellate: “Lo abbiamo 12 mesi l'anno, forniamo principalmente la grande distribuzione organizzata. Ora stiamo lavorando bene nel veronese con la produzione sotto serra”. I consumatori cosa chiedono? “Meloni a polpa rossa, grado zuccherino alto e ottima shelf life – conclude Roberto Castello -. Queste le richieste del mercato”. E il mercato, conclude Castello, chiede sempre di più anche melone di IV gamma, già tagliato e pronto al consumo, nonché senza semi.

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