Il Maine rappresenta la capitale della produzione dei mirtilli selvatici negli Stati Uniti d’America. Occupano circa 60mila ettari e quelli che crescono qui, come nel vicino Canada, si differenziano da quelli coltivati soprattutto perché hanno dimensioni più piccole e crescono in cespugli più alti.
Il giro di affari, che è molto cresciuto negli ultimi anni, si aggira ormai intorno ai 130 milioni di dollari per circa 46 milioni di chilogrammi di produzione. Ben poco prodotto viene poi venduto fresco al consumatore perché la maggior parte di questi piccoli mirtilli viene venduto all’industria di trasformazione che li utilizza, per esempio, come ingrediente all'interno della produzione di muffin, cereali, jogurt o tanti altri prodotti alimentari.
La produzione è molto cresciuta negli ultimi anni ma il prezzo agli agricoltori è costantemente crollato, soprattutto quest'anno sia nel Maine che nel vicino Canada, in particolare in Nova Scotia, tanto da non coprire più neanche i costi di produzione. A questo bisogna aggiungere anche la concorrenza della produzione di mirtilli coltivati che è annuale, mentre quella selvatica ha cicli biennali.
Quest’anno, però, ci sarà ben poco prodotto a disposizione a quanto pare. Secondo quanto riporta una nota di Associated Press, infatti, problemi di impollinazione e malattie stanno riducendo notevolmente il raccolto. In particolare la malattia denominata “mummy berry” sta tagliando il raccolto di almeno il 36%.