“Ma con tutta la frutta che c’è, perché nei bar in Italia trovo sempre i soliti quattro gusti?”.
Tutto è iniziato da qui. Una protesta di Morgan, cantante icona del rock italiano, che durante una recente puntata del podcast “Symposium” ha sollevato il problema della limitata scelta e, di conseguenza, disponibilità di succhi di frutta nei bar italiani.
Un tema che ha attirato la curiosità de Il Corriere della Sera che ha deciso di dedicare un articolo a questa "frustrazione" di Morgan. Articolo che, poi, ha offerto più di uno spunto di riflessione ad alcuni operatori del settore ortofrutticolo.
Manca una gestione (sapiente) delle categorie
"Io allargherei il tema ai supermercati e non parlerei solo di succhi - scrive su Linkedin Luca Migliolaro, direttore commerciale e marketing strategico - Spesso non vediamo un problema più ampio nel settore della distribuzione: la mancanza di una gestione delle categorie. In molti supermercati, la selezione di succhi - e di molti altri prodotti - è sorprendentemente omogenea".
Tra le differenti marche si trovano sempre gli stessi (pochi gusti ripetuti, lasciando ai consumatori poca scelta. Un approccio che forse può semplificare l’efficienza nella gestione dei prodotti alto-rotanti, ma che limita in modo significativo le opzioni dei consumatori.
Le conseguenze
Migliolaro quindi ricorda come i buyer, nel fare gli assortimenti, spesso scelgano i gusti più venduti di ogni marca, il che si traduce, indipendentemente dalla marca, nell'offrire le stesse limitate opzioni ai consumatori. "Questa ridondanza riduce la varietà complessiva disponibile sugli scaffali", osserva il manager.
Inoltre, Migliolaro sottolinea la minore scelta per le Marche del distributore (Mdd). "I prodotti a marchio privato, che sono tipicamente più convenienti, offrono mediamente meno scelte rispetto ai marchi leader. Questo limita le opzioni per i consumatori attenti al budget che cercano varietà senza il prezzo premium, creando disparità economica nella scelta. Coloro i quali cercano alternative a prezzi più bassi si trovano con un numero minimo di alternative, esacerbando il divario tra i diversi gruppi di consumatori".
Diversificare
"Diversificando la gamma e garantendo una varietà più ampia a tutti i livelli di prezzo, i supermercati possono servire meglio la loro clientela - osserva Migliolaro - Questo cambiamento non solo migliorerebbe l’esperienza di acquisto, ma promuoverebbe anche l’equità e l’inclusività nella scelta dei consumatori. E aumenterebbe il numero di clienti che entrerebbero in negozio".
Insomma, per Luca Migliolaro è qui il "succo” del discorso: la proposta commerciale e il valore che deve essere dato all’assortimento e alla possibilità di scegliere.
"Non di sola efficienza può vivere il supermercato, altrimenti anziché il succo rimarrà solo il contenitore vuoto. Come numero di clienti per molti supermercati inesorabilmente in calo. Daniele Tirelli ci porta di continuo esempi di gamme presenti nei cataloghi ma non nei negozi".
"Buyer, scegliete le marche con cui lavorare e ampliate i gusti che proponete. Pensate alla scelta dei clienti più che al listing che solo un prodotto altorotante può dare - conclude Luca Migliolaro - È probabilmente l’unico modo per rendere diverso il supermercato dal discount. L’unico modo per non rischiare di trovarsi con il contenitore vuoto".
"I buyer dovrebbero avere più coraggio e lungimiranza nelle scelte, tra l'altro veri succhi di frutta 100% e non da concentrato sugli scaffali ce ne sono davvero pochi", commenta Dario De Lisi, sales manager Lome Super Fruit.
Due o tre appunti per il settore del fresco li abbiamo presi.
(Credits foto di apertura: Flickr.com - Autore: Roberto Gimmi)