Prima la Dop, poi nel 2010 il disciplinare di produzione, ora nasce anche il consorzio che che unisce produttori e confezionatori. Sulle pendici del Vesuvio, quindi, sembra che anche l’ultimo tassello che serve per valorizzare e risollevare una grande prodotto tipico e tradizionale di queste parti, il pomodorino del piennolo DOP, sia stato raggiunto. La pratica di conservazione, in particolare, “al piennolo” del pomodorino vesuviano, è una delle peculiarità che contraddistingue questa produzione, conferendole un gusto e sapore unici: legati tra loro, fino a formare un grande grappolo, i pomodorini vengono conservati per tutto l’inverno maturando lentamente in locali aerati e possono, poi, venir consumati fino a primavera inoltrata “al naturale”.
Il presidente del neonato Consorzio, Giavanni Marino, come dichiarato al quotidiano il Mattino, sembra avere le idee molto chiare sulle prospettive future: «Lavoreremo per risollevare le sorti della agricoltura vesuviana facendo leva sulla sua produzione oggi più apprezzata in Italia e all'estero. Nei prossimi tre anni puntiamo a far iscrivere al sistema di controllo almeno il 50 % di tutta la produzione di “piennolo” esistente e potenzialmente ascrivibile alla dop».
Trasparenza, rispetto delle severe regole del disciplinare di produzione, ma anche collaborazione con le altre associazioni che valorizzano i prodotti dell’area vesuviana: a partire dalle albicocche, che non hanno ancora ottenuto l’IGP, ma anche con la produzione vinicola dell’area: «Cercheremo collaborazioni anche che con le altre dop campane – continua Marino – per ottimizzare gli sforzi tesi a promuovere i prodotti della regione. Puntiamo a far diventare il consorzio un laboratorio di cooperazione».
Fonte foto: www.terrafelix.regione.campania.it