Sostenibilità

09 ottobre 2024

Nella Gdo le etichette sono sostenibili: ben l'83%

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La sostenibilità è immancabile e un dato quasi obbligatorio nella comunicazione della Gdo. Nei comunicati stampa su nuove aperture o restyling dei punto di vendita è sempre presente un riferimento all'efficienza energetica, alla stagionalità dei prodotti e il legame con i produttori locali. Questa la parte green, ma la sostenibilità è anche sociale e sono sempre di più le iniziative che vedono la Gdo in prima fila, in questi giorni per esempio sono numerosi gli eventi legati  alla prevenzione dei tumori, per aumentare l'impegno sociale. Azioni importanti per valorizzare gli Esg ovvero i criteri di investimento environmental, social, governance che avranno un impatto anche economico sul bilancio aziendale. 

Una politica che ritroviamo anche nei reparti con una gran presenza di prodotti con etichette che fanno riferimento alla sostenibilità. L’osservatorio Immagino di GS1 Italy ha fatto una ricerca minuziosa: sono 116.699 i prodotti che comunicano in etichetta la loro sostenibilità. Linfa vitale anche per la sostenibilità economica: il paniere dei prodotti green genera 43,8 miliardi di vendite. Bene anche se l'inflazione ha colpito anche questi: le vendite a valore nel 2023 sono cresciute di +9,3% su base annua, mentre i volumi sono calati di -4,5 per cento.

Sostenibilità del prodotto e del suo racconto nel packaging

Il sociologo Ignacy Sachs già negli anni 90 del secolo scorso aveva individuato le diverse declinazioni della sostenibilità. Un approccio multidimensionale che ritroviamo nella ricerca dell'osservatorio che oltre il green valuta anche il dato sociale.  Interessante la valutazione non solo del prodotto, ma anche del packaging che non è solo contenitore ma pure canale di comunicazione. "Le tematiche che abbiamo voluto  affrontare attraverso l’osservatorio Immagino fanno riferimento non  solo al prodotto in sé ma anche al suo packaging e, più in generale, all’impegno  delle aziende per ridurre l’impatto ambientale, rinforzare il loro ruolo sociale e garantire il rispetto e la salvaguardia  del benessere animale in tutta la filiera". 

Ben otto prodotti su dieci comunicano la sostenibilità 

I numeri sono rilevanti e confermano l'impegno delle aziende nella responsabilità ambientale e sociale. "Complessivamente l’83,8% delle referenze dell’osservatorio Immagino presenta nel pack almeno un riferimento ai temi della sostenibilità. Si tratta di 116.699 prodotti. Rispetto al 2022, le vendite sono cresciute del +9,3% a  valore, mentre i volumi sono calati  del -4,5%, mostrando un andamento migliore rispetto a quello del largo consumo confezionato totale rilevato sia in termini di aumento delle vendite che di minore diminuzione dei volumi".

Spazio alle indicazioni pratiche sul riciclo 

Le indicazioni pratiche (relative sia alla raccolta differenziata sia ai corretti uso e conservazione del prodotto) sono "le più importanti e diffuse, poiché sono presenti su 106.394 referenze, pari al 76,4% del totale prodotti Immagino". Un dato importante per l'ortofrutta è riferito alla verdura di quarta gamma anche se nel 2023 è risultata penalizzata sul fronte vendite a volume.  Interessanti le percentuali: il 60,5% dei prodotti  indica le modalità della raccolta differenziata e il 45,7% la conservazione e l'uso del bene acquistato

Gli argomenti: riciclabilità, diminuzione della plastica, material riciclato

Uno dei temi principali  è la comunicazione da parte delle aziende del loro impegno nel garantire la riciclabilità del  packaging. "Sono 75.932 i prodotti che riportano quest’indicazione in etichetta  e rappresentano il 54,5% dei prodotti  Immagino".  Meno diffuso ma i numeri sono importati per il  tema e il claim relativo all’uso di materiale riciclato. Ecco i numeri: "Sono presenti su 16.677 referenze (pari al 12,0% dei prodotti Immagino)". Sono invece 4.627 i prodotti con i claim relativi alla riduzione della plastica usata nel packaging (3,3% della numerica rilevata). 

In percentuale contano poco, ma dimostrano una tendenza alla crescita. Stiamo parlando dei "134 i prodotti che segnalano in etichetta il claim bio-based (0,1% del totale) e nel 2023 hanno aumentato del +10,6% il loro giro d’affari, pari a 53,6 milioni di euro".

Il fresco è più sensibile al tema sostenibilità

L’analisi per reparto merceologico condotta dall’osservatorio ha rilevato "la maggior presenza di prodotti che comunicano la sostenibilità ambientale in etichetta nel freddo (100% delle referenze) e nel fresco (99,6%)". Senza dubbio l'ortofrutta è ben posizionata su questa dimensione anche comunicativaPer quanto riguarda la tipologia di produttori "spiccano le private label (91%) e i brand top 20 (90,5%)".

Più ambiente che sociale 

L'analisi che più tocca l'ortofrutta è quella legata al settore merceologico del fresco. Ecco cosa scrivono i ricercatori:"Il settore dei prodotti freschi mostra un'ampia adesione alla sostenibilità, con una copertura dei temi di sostenibilità pari al 99,6%. La sostenibilità ambientale è il fulcro principale delle comunicazioni, con lo stesso  96,6% delle referenze che fornisce indicazioni sull'uso e la conservazione  del prodotto e il 76,4% che affronta il tema della raccolta differenziata. Si trova, inoltre, una presenza quasi allineata alla media grocery per le modalità di produzione e approvvigionamento (14,0% rispetto al 14,9% di media). D’altra parte, le informazioni sulla sostenibilità sociale e il benessere animale sono meno presenti rispetto ad altri settori". 

Le conclusioni

"Nonostante il contesto non facile, il tema della sostenibilità si rivela sempre più importante per l’industria del largo consumo, con produttori e distributori che continuano a investire in quest’area per rispondere alle esigenze dei consumatori e alla legislazione vigente". Parole di  Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy che conclude "Le tematiche che abbiamo voluto affrontare fanno riferimento non solo al prodotto in sé ma anche al suo packaging e, più in generale, all’impegno delle aziende per ridurre l’impatto ambientale, rinforzare il loro ruolo sociale e garantire il rispetto e la salvaguardia del benessere animale in tutta la filiera”. 



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