16 settembre 2021

Nestlé: un progetto per risparmiare il 40% di acqua irrigua

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Protezione e risanamento dell’ambiente, miglioramento dei mezzi di sussistenza degli agricoltori e del benessere delle comunità agricole. Con questi obiettivi Nestlé sta lavorando a livello globale ai suoi piani per supportare e accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo. In collaborazione con i suoi partner, inclusa la rete di oltre 500mila agricoltori e 150mila fornitori, l’azienda contribuirà al progresso delle pratiche rigenerative nel sistema alimentare. Nestlé avvierà anche nuovi programmi per aiutare ad affrontare le sfide sociali ed economiche di questa transizione.

Il progetto sul pomodoro

E anche Nestlé Italia contribuisce alla realizzazione di questo impegno globale grazie a un progetto che si focalizza sulla tradizionale coltivazione del pomodoro. In collaborazione con Steriltom, storico fornitore di polpa di pomodoro per le pizze Buitoni, l’azienda ha avviato in Italia all’inizio del 2021 un primo progetto di agricoltura rigenerativa che, grazie a sonde “intelligenti” installate nei campi, contribuisce a risparmiare più del 40% di acqua per l’irrigazione dei pomodori.  

Il programma si basa sull’istallazione di otto sonde (tensiometri) che monitorano un’area del piacentino, pari a 62 ettari completamente dedicati a Nestlé per la coltivazione delle circa 2.700 tonnellate di pomodoro destinato ogni anno allo stabilimento Buitoni di Benevento, l’hub internazionale per la pizza surgelata del Gruppo.

Attraverso un dispositivo mobile che comunica con i sensori presenti sulla sonda, gli agricoltori riescono a ottenere aggiornamenti e informazioni dettagliate sulle condizioni di umidità del terreno.

In questo modo si garantisce una maggiore efficienza dell’irrigazione, riducendo significativamente lo spreco idrico e permettendo alla pianta di ricevere sempre la quantità di acqua realmente necessaria. Così le piante di pomodoro si mantengono in buona salute e, di conseguenza, sono più reattive e resistenti in caso di attacchi patogeni o di ondate di calore particolarmente intense, consentendo di limitare l’utilizzo di eventuali trattamenti chimici e salvaguardando quindi la biodiversità. Inoltre, questa pratica contribuisce anche a proteggere la fertilità del suolo, salvaguardandone le sostanze organiche.

“Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che rappresenta un primo, ma importante passo nel cammino che stiamo intraprendendo in Italia per supportare l’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa nella nostra filiera” – ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e Ad Gruppo Nestlé Italia e Malta – Le aziende che operano nel settore agroalimentare hanno il dovere e l’opportunità di contribuire a un cambio di rotta, positivo per l’ambiente, le comunità, per noi stessi e per le generazioni future”.

Fonte: Gruppo Nestlé Italia

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