05 maggio 2014

Niente denominazione e consorzio per le patate di Verona

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La Dop non è mai arrivata e la Borsa con la quale produttori e commercianti stabilivano insieme le quotazioni di riferimento si è sciolta dopo che la Camera di Commercio ha deciso che non poteva stabilire prezzi ufficiali. L’Arena di Verona ritorna sul tema delle “patate bollenti” in un articolo che prende inconsiderazione la terza piazza italiana per quanto riguarda le quantità prodotte. Epicentro Cologna Veneta, provincia di Verona, e i comuni vicini: 1000 ettari, 500mila quintali a stagione con un giro d’affari che nel 2013 ha toccato i 15 milioni di euro e che viene dopo solo altri due comprensori in Italia, quello napoletano (2 milioni di quintali) e bolognese (1,3 quintali).

Sulla questione patate contraffatte trattato nella puntata di Report dello scorso lunedì 28 ottobre, Gianni Lora, produttore e che con la cooperativa San Sebastiano vende patate anche ad altri commercianti, dichiara al quotidiano di non essere stupito di quanto ha visto in Tv. «Le patate francesi costano meno, per cui, considerato che la Gdo paga sempre meno, ecco che tutto si spiega. D’altronde qui ci sono commercianti che di patate ne trattano davvero grandi quantità, da qualche parte dovranno pur prenderle». E se tanti sono seri, può essere che qualcuno faccia qualche gioco di prestigio». Lora alla fine degli anni ’80 è stato uno dei promotori per mettere in piedi un consorzio di tutela locale e una denominazione di origine, ma non se n’è fatto nulla. «Evidentemente qui manca nei contadini uno spirito cooperativistico» sostiene Lorenzo Branco della Coldiretti locale.

Fonte foto: Saporie.com

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