12 dicembre 2023

Nocciola di Giffoni Igp: annata no, ma prezzi ok

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Che il 2023 fosse un anno no per la Nocciola di Giffoni Igp lo aveva capito con anticipo Giuseppe De Feo, coordinatore della cooperativa agricola Tonda Giffoni, Op in forte crescita che oggi conta 84 soci per oltre 400 ettari di superficie coltivata.

De Feo, mentre commenta a myfruit.it un andamento non certo brillante per l’anno in corso, guarda già avanti e sottolinea, soprattutto, l’importanza dell’aggregazione.

“Già dalla scorsa primavera – conferma De Feo – si poteva intuire che le cose non sarebbero andate troppo bene. A causa del maltempo, l’impollinazione è stata infatti piuttosto scarsa e, alla fine, ci siamo trovati a portare a casa tra il 60 e il 70 per cento in meno rispetto a una stagione normale. La qualità di quello che c’è è discreta, ma i quantitativi sono davvero scarsi”.

In questo quadro non particolarmente roseo, qualche soddisfazione pee la Nocciola di Giffoni Igp c’è. A illustrarla, con una punta di comprensibile orgoglio, è lo stesso De Feo, che prosegue: “Per la prima volta dopo tanti anni, le quotazioni della Nocciola di Giffoni Igp hanno superato la Nocciola Piemonte Igp. Da un certo punto di vista è qualche cosa di storico, perché che io ricordi non era mai accaduto. Oggi, infatti, si parte da un prezzo minimo di 8,30 euro punto resa, rispetto ai 7,80 euro punto resa della Piemonte Igp. Il prodotto non certificato, invece, si attesta sui 7,30 euro punto resa”.

De Feo poi rileva: “Questa situazione ci sta dicendo due cose: da un lato, che certificarsi Igp conviene, perché il proprio prodotto è maggiormente valorizzato. Dall’altro lato, poi, stanno finalmente cominciando a pagare le attività di promozione, valorizzazione e conoscenza che sono state messe in atto per fare capire e comprendere la qualità della nostra Nocciola di Giffoni Igp”.

Guardando poi alla sua realtà, che registra una tendenziale crescita nell’ingresso di soci, De Feo aggiunge: “L’importanza dell’aggregazione oggi è fondamentale per chi vuole fare agricoltura. Solo le Op, infatti, possono ottenere quei contributi, da distribuire poi alle aziende socie, che permettono di migliorare le condizioni e le strumentazioni delle stesse”.

Infine, De Feo spiega perché il 2024 potrebbe essere diverso. “Ovviamente – premette – c’è ancora tanto tempo da qui al nuovo raccolto e bisogna mettere in conto tutto quello che potrebbe succedere anche a livello meteo. Posso però dire che c’è già una buona presenza di amenti maschili, molto più dello scorso anno. Quando tra gennaio e febbraio fioriranno i fiori femminili, le cose potrebbero andare bene. Insomma, guardando alla nuova stagione partiamo col piede giusto, poi sarà tutto da vedere”.

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