14 marzo 2023

Nocciola Piemonte Igp: cresce la preoccupazione

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“Il 2022 avrebbe potuto essere un’annata stupenda, invece tutto è stato rovinato dalla siccità”. Così Emanuela Gianoglio, titolare dell’omonima azienda di Magliano Alpi (Cuneo), dove fin dal 2008 produce e lavora nocciole su un appezzamento di 17 ettari che dal 2011 è stato certificato biologico, commenta con una certa amarezza l’ultima stagione, anche perché ha già lo sguardo rivolto a quello che potrebbe succedere nel 2023.

“La prolungata mancanza d’acqua della scorsa estate – prosegue Gianoglio – non ha permesso alle piante di nocciolo di avere quel solito abbrivio durante il mese di luglio, quando i frutti si dovrebbero ingrossare. Cosicchè, il risultato al momento della raccolta sono stati una produzione ridotta fino al 50% rispetto a un’annata normale, con calibri piccoli e molte nocciole anche vuote al loro interno, ovvero prive di frutto. Fortunatamente – prosegue Gianoglio – la qualità si è rivelata molto buona, ma particolarmente adatta per quella che tecnicamente chiamiamo le seconde lavorazioni, ovvero granella, farina e così di seguito. Oltre alla rarità dei calibri grandi o normali, risulta infatti particolarmente difficoltosa la pelatura dei frutti, proprio a causa di ciò che è accaduto in campagna”.

In un simile contesto, per un imprenditore agricolo uno dei pochi modi per difendersi dall’effetto depressivo che, di conseguenza, hanno avuto i prezzi, resta quello della trasformazione. “Le quotazioni del prodotto crudo – conferma Gianoglio – sono crollati. Io, personalmente, sono riuscita a mantenere i miei listini perché la qualità dei frutti era appunto molto buona e perché ho puntato sui trasformati, come appunto granella, farina, olio, ecc. Il problema, in parte, rimane comunque, e sta nel far capire al mercato che, mancando nocciole intere tostate, appunto a causa di calibri piccoli e difficoltà di pelatura, si può senz’altro puntare su granella e farina”.

Infine, guardando alla prossima campagna, Emanuela Gianoglio rileva: “C’è una difficoltà non solo oggettiva, perché gli effetti della siccità della scorsa annata si stanno ancora facendo sentire sulle piante, ma anche emotiva, perché vedi il lavoro della tua vita che è scacco del cielo. Qui in Langa, infatti, non si può portare acqua, perché non c’è corrente a monte. Quindi, o arrivano temporali, o tutto diventa molto complicato”.

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