Si concluderà con tutta probabilità entro la prossima settimana la raccolta della Nocciola Piemonte Igp, ma già si possono trarre le prime conclusioni e si possono intravedere i primi movimenti di mercato, che lasciano i produttori senza troppe soddisfazioni per l’anno corrente.
A commentare la campagna è Graziano Maestro, presidente di Coricoop – Cooperativa corilicola Langhe Monferrato e Roero. Si tratta di una realtà associativa con due sedi operative, a Cortemilia e Cherasco (Cuneo), mentre la sede legale è ad Alba. Nata ufficialmente 2 luglio 2021, oggi annovera già 180 soci, per circa 1.200 ettari di superficie). “Visti gli ottimi riscontri ottenuti per la nostra iniziativa – sottolinea Maestro – puntiamo a raggiungere presto quota 200“.
Scendendo poi nei particolari della campagna 2023, Maestro spiega: “Il periodo del raccolto quest’anno si è prolungato rispetto alla norma, a causa soprattutto del maltempo che della scorsa primavera e delle piogge che abbiamo registrato a fine agosto. Ciò ha provocato diversi problemi”.
Scendendo nei particolari, Maestro prosegue: “Innanzitutto abbiamo avuto una minore produzione del 25-30%. Inoltre, ci sono differenze importanti tra le nocciole raccolte tra il 20 agosto e la fine di questo mese e quelle invece raccolte in settembre, dopo le piogge. Le prime, infatti, presentano un’ottima qualità, con solo un paio di punti percentuali tra cimiciato e avariato, mentre le seconde hanno i medesimi quantitativi di cimiciato, ma i punti di avariato sono cresciuti notevolmente, essendo rimaste soggette all’umidità per circa una settimana”.
Tutto ciò, incide sui prezzi. Conferma infatti Maestro: “Si è quindi determinata una situazione per cui viene proposto sostanzialmente un listino suddiviso in tre o quattro fasce. La prima, che individua la qualità più alta, è pagata tra gli 8 euro e gli 8,20 euro punto resa. E questo è ancora accettabile. Dalla seconda in giù, invece, si scende sotto gli 8 euro e si arriva addirittura a meno di 7 euro punto resa. Questo non è affatto soddisfacente per il produttore, che quest’anno si trova a fare i conti con due grandi problemi: da un lato la scarsa produzione, dall’altro grandi differenze di qualità. Insomma, una campagna molto in salita, che con le attuali quotazioni non permette di pensare a investimenti futuri”.
Un’ultima considerazione va fatta anche sulla cimice, che continua a essere un flagello anche da queste parti, oltre che delle altre principali zone corilicole d’Italia, come Lazio e Campania. “Siamo ancora sotto scacco di questo insetto – conclude Graziano Maestro – specialmente nelle zone di pianura e di prima collina. Sopra i 400 metri di altitudine, abbiamo notato che ha lavorato meno”.