In autunno (la data non è ancora stata fissata, ma lo sarà a breve) tredici comuni viterbesi a vocazione biologica (del biodistretto fanno parte: Civita Castellana, Castel Sant’Elia, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vasanello, Calcata, Vignanello, Vallerano e Canepina) si riuniranno a Fabrica di Roma per rilanciare le iniziative a difesa del territorio, contro l’abuso di fitofarmaci e per una coltivazione della nocciola rispettosa di ambiente e normative. Ad annunciarlo in questi giorni è stato Famiano Crucianelli, presidente del biodistretto della via Amerina e delle forre, che al quotidiano on line Tuscia Web ha spiegato tra l’altro: “La riunione coinciderà con il direttivo del biodistretto e servirà a fare un bilancio dell’attività di quest’anno e impostare la strategia per il prossimo. Vedendo soprattutto di trovare una sintesi”.
Uno degli obiettivi degli organizzatori di questo incontro, è quello di arrivare a fare emettere un’ordinanza territoriale riguardo all’uso di fitofarmaci. “Fabrica ma anche altri comuni – prosegue infatti Crucianelli – come Nepi o Gallese, hanno emesso più o meno le stesse ordinanze per sanzionare l’uso scriteriato dei fitofarmaci. Puntiamo a un’ordinanza territoriale. Che poi non sarebbe altro che uno strumento, a livello locale, per far rispettare la severa normativa nazionale. Chiediamo anche un divieto dell’uso del diserbante glifosato, sul quale invece la normativa è da interpretare e la discussione è aperta, ma i danni che produce nel mondo sono sotto il sole”. Poi, sarà messo all’ordine del giorno un altro “tema caldo”: “Non possiamo – sostiene ancora Crucianelli – essere considerati una miniera a cielo aperto di nocciole, dove chi vuole arriva, prende i prodotti e se ne va. Noi chiediamo che la trasformazione del prodotto avvenga in loco, come fanno già diversi produttori viterbesi”.