"Finalmente quest'anno, tra aprile e maggio, è piovuto parecchio e dopo due anni di siccità i terreni sono rinvigoriti. Ma le prospettive non sono rosee, le piante sono ancora in sofferenza e ci aspettiamo rese basse".
Esordisce così Emanuela Gianoglio, titolare dell'azienda agricola Gianoglio Emanuela di Magliano Alpi (Cuneo), che a myfruit.it spiega: "A complicare le cose c'è anche la cascola spontanea delle nocciole, un fenomeno che da qualche anno è diventato fisiologico, ma che preoccupa, perché non ne conosciamo le cause".
L'azienda
L'azienda di Emanuela Gianoglio nasce nel 2008, quando la titolare decide di lasciare il lavoro di operaia per intraprendere l’attività di corilicoltrice.
Da subito la scelta è di coltivare con metodo biologico (la certificazione ufficiale è del 2016), incrementando via via la produzione con nuovi impianti, la domanda è infatti costantemente in crescita.
Oggi gli ettari in produzione sono 26: "I nostri noccioleti si trovano su un altipiano non irrigabile - precisa - Con la mancanza di piogge delle ultime due stagioni abbiamo rischiato di perderli".
L'imprenditrice ha affiancato alla coltivazione un laboratorio per la trasformazione delle nocciole: l’intera produzione viene sgusciata, tostata, raffinata e confezionata.
"Il nostro prodotto è destinato perlopiù agli artigiani, pasticceri e gelatai in primis - riferisce la titolare - Offriamo nocciola biologica sgusciata cruda o tostata intera, pasta, farina, granella di nocciola biologica, olio di nocciola biologica tostata o cruda e cremella biologica di nocciola e cioccolato".
La cascola, le rese, il mercato
Quanto alle rese, Gianoglio riassume così lo scenario: "Da qualche anno assistiamo, tra giugno e luglio, a una cascola spontanea dei frutti, un fenomeno di cui non individuiamo le motivazioni e per il quale non riusciamo a fare previsioni perché non ne conosciamo il decorso. Oggi è presto per fare stime, ma per quest'anno mi aspetto rese basse. Non sarà un buon raccolto, perché ci sono ancora parecchie incognite legate alle rese, per esempio i patogeni".
Più ottimismo sul fronte vendite: "Il prodotto italiano è molto richiesto, il bio in particolare, perché c'è tanta domanda e poca offerta - conclude - Lo spazio sul mercato c'è, prova ne sia che ogni anno, indipendentemente dai quantitativi, esauriamo tutto il prodotto".