“La Campania, e in particolar modo Avellino e Salerno, incide in maniera determinante sulla produzione italiana di nocciole. Al momento i prezzi sono alti (7,5 €/kg) e agli imprenditori conviene vendere. Il problema è che siamo costretti ad importarne ancora tante ed è difficile avere libero mercato con regole diverse. Basti pensare alla Cina: in Oriente i costi di produzione sono bassissimi e c’è poco rispetto per la tutela dell’ambiente. Qui le pratiche sono troppo costose, siamo costretti a concorrere con nazioni che non seguono le nostre stesse regole e questo ci penalizza”. Sono queste le parole con cui Angelo Frattolillo, imprenditore zootecnico e presidente di Confagricoltura Avellino, è intervenuto in un’intervista sulla testata on line “Irpinia News” riguardante la situazione che sta vivendo il settore corilicolo italiano, e in particolare quello irpino.
Lo stesso Frattolillo prosegue dicendo: “Restano dei punti deboli nella filiera, come la scarsa cooperazione tra imprenditori (da soli non si va da nessuna parte) e i costi di produzione più elevati rispetto ai concorrenti esteri. Lo Stato ha dichiarato guerra alle imprese: è giusto rispettare le regole, ma con la giusta tassazione. Nella maggior parte dei casi gli imprenditori non hanno neanche la forza economica per accedere ad un finanziamento. Si spendono milioni di euro per piani di sviluppo rurale e Gal ma di concreto non si ottiene nulla, anzi si sbandierano solo bei titoli sui quotidiani”.
Infine, il presidente di Confagricoltura Avellino detta la sua “ricetta” per migliorare questa situazione: “Norme utili, applicabili e con normative Ue adeguate ad ogni singolo territorio. Agli imprenditori irpini dico di tenere duro e di seguire l’esempio del vino, punta di diamante della nostra produzione, che si è industrializzato già da tempo”.