Sentire raccontare le Nocciole dei Nebrodi e le loro virtù da un appassionato come Felice Genovese, è senz’altro un’emozione. Lui, presidente dell’associazione “Frutta dei Nebrodi”, alle potenzialità di queste nocciole ci crede, anche se non nasconde i numerosi problemi che attraversa il comparto.
Un'annata da dimenticare
“Il 2021 – spiega Genovese – è stato disastroso. A volte, negli 11mila ettari di superficie in cui sono coltivate le nocciole dei Nebrodi, sono state registrate perdite fino all’80-90% rispetto a un’annata normale, tanto che molti agricoltori non sono nemmeno stati invogliati a raccoglierle. Diversamente è andato invece il 2020, quando l’annata è stata straordinaria, con un raccolto che ha toccato i 30 quintali per ettaro, a fronte di una media che normalmente si attesta sui 7-10 quintali per ettaro”.
La situazione della Nocciola dei Nebrodi
A parte questo exploit di un paio di anni fa, la situazione è complicata. “Il comparto della Nocciola dei Nebrodi – prosegue Genovese – si trova ad affrontare una situazione molto complessa ormai da molto tempo. Innanzitutto, da oltre una decina d’anni siamo assaliti dai ghiri, considerati ancora animali protetti, e dalla cimice europea. Quella asiatica c’è, ma almeno quella non sta ancora facendo i danni che ha provocato altrove in Italia. Per i ghiri, al momento, non c’è ancora una soluzione. L’unica indicazione che abbiamo ricevuto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) è di fatto assurda: catturarli e portarli altrove. Insomma, significherebbe solo spostare il problema, anziché risolverlo. Per la cimice è stata tentata più volte, in passato, la lotta biologica con l’introduzione del predatore naturale, ma i risultati non sono stati soddisfacenti”.
AAA personale cercasi
Si è poi aggiunta, negli ultimi tempi, un’altra questione. “L’introduzione del Reddito di Cittadinanza – prosegue Genovese – ha generato tra i suoi effetti collaterali anche una maggiore difficoltà a reperire il personale per lavorare sul nocciolo. Teniamo conto, peraltro, che è un lavoro più faticoso rispetto ad altre zone: qui è difficile portare la meccanizzazione, vista la conformità del terreno, quindi la raccolta avviene pressochè sempre a mano”.
Le potenzialità
Le potenzialità per fare bene, ci sarebbero tutte. “Il sapore delle nocciole dei Nebrodi – sottolinea Genovese – è davvero unico. Anche perché non si tratta di un’unica cultivar, ma di una importante biodiversità, ovvero tante varietà. E ciò è un motivo per cui possono essere un ottimo prodotto di nicchia, per chi cerca qualcosa di alta qualità, diverso dai sapori standardizzati dell’industria. Al contempo, proprio per incontrare le esigenze dell’industria, che vuole certezze a livello di pezzature e pelabilità, c’è chi su nuovi impianti opta soprattutto per la Tonda di Giffoni, che garantisce appunto queste caratteristiche”.
Uno sguardo alla nuova campagna
Per quanto riguarda la campagna 2022, al momento si può solo sperare. “Per ora – dice Genovese – posso soltanto dire che la fioritura è andata molto bene”. Anche l’associazione Frutta dei Nebrodi è entrata a fare parte, da subito, del Coordinamento nazionale frutta in guscio. “Abbiamo aderito convintamente – conclude Genovese – perché l’unione fa la forza”.