“Quella del 2023 è stata un’annata da dimenticare, connotata dall’estrema scarsità di prodotto causata dalle piogge continue durante la fase di impollinazione e dai pochi amenti maschili. Ma quest’anno lo scenario è diverso, le nuove nocciole ci sono. Cimice e clima permettendo dovrebbero arrivare in porto”.
Così Gerardo Alfani, presidente del Consorzio di tutela Nocciola di Giffoni Igp, riferisce a myfruit.it lo scenario produttivo.
“Naturalmente è ancora presto per parlare di prezzi – aggiunge – si spera solo che siano remunerativi per i corilicoltori. Lo scorso anno abbiamo spuntato 8 euro/chilo punto resa, un prezzo comunque troppo basso per rientrare dal danno dei mancati volumi”.
Crescono i consumi
Lato consumi il presidente si mostra ottimista: “Il mercato si sta ampliando, la richiesta è soddisfacente – spiega – Oggi il consumatore è in grado di cogliere la differenza tra prodotto ordinario e prodotto Igp, di quest’ultimo apprezza i profumi, l’aroma, la croccantezza e la migliore pelabilità”.
Inoltre, spiega Alfani, anche grazie alle vendite nella Gdo, che hanno contribuito alla destagionalizzazione della nocciola, il consumo di prodotto fresco non è più solo concentrato nel periodo natalizio, ma è abbastanza costante durante tutto l’anno.
“I prodotti derivati, nei quali il nostro prodotto viene impiegata come ingrediente, stanno contribuendo sia alla promozione, sia alla diffusione della Nocciola di Giffoni Igp – argomenta – All’estero invece siamo ancora poco presenti, ma ci arriveremo”.
Superfici produttive in aumento
Anche perché, come precisa il presidente, le 1.500-duemila tonnellate che si producono attualmente sono quasi tutte assorbite dalla Gdo italiana.
“La Sau (Superficie agricola utilizzata) è però in aumento, nei prossimi anni i volumi dovrebbero aumentare – conclude Gerardo Alfani – Nuovi produttori stanno infatti entrando nel Consorzio e nel sistema di controllo, la nostra Igp dovrebbe quindi continuare a crescere”.