Gli obiettivi della strategia Ue Farm to fork 2030 impongono, tra l’altro, una sostanziale riduzione dei principi attivi che si possono utilizzare in agricoltura nei Paesi Ue. La coltura delle nocciola, così come tante altre, non è esente dall’adeguamento ai nuovi parametri, ma tutto ciò sta preoccupando gli operatori del settore.
Basti pensare che, secondo fonti della stessa Ue, nel 2001 nei Paesi dell’Unione erano consentiti 979 principi attivi. Oggi questi sono arrivati ad essere 451, mentre 946 sono stati bocciati e su 66 deve ancora essere presa una decisione. Maggiori informazioni a riguardo si possono consultare al seguente link: https://eur-lex.europa.eu/eli/reg_impl/2011/540/oj
Un documento di Copa – Cogeca datato 20 dicembre 2023 e incentrato su uno schema di cooperazione tra Turchia e Ue per collaborare ad azioni comuni in tema di salute della pianta di nocciolo, emerge tutta la preoccupazione per la situazione che si sta creando all’interno della Ue, con le direttive imposte dalla Farm to Fork 2030 nell’ambito del Green Deal. Risulta infatti, nel documento citato, che parassiti e malattie nei noccioleti sono più o meno gli stessi in Italia, Francia e Spagna, tre tra i principali produttori in Europa (l’Italia è seconda a livello mondiale, dopo la Turchia), ma ci sono sostanziali differenze nell’incidenza e nella gravità di ogni situazione.
Copa Cogeca ha inoltre analizzato i vari principi attivi oggi ammessi, rilevando molteplici criticità. Se infatti, da un lato, emerge che con gli attuali principi attivi si può ottenere un buon controllo delle infestanti, alcune patologie non hanno principi attivi efficaci. Ad esempio, la Spagna non riesce a contrastare il marciume delle gemme. Tra i battericidi e i funghicidi, inoltre, secondo Copa Cogeca “nessuno offre un buon controllo” e, per i sei principali parassiti e malattie, c’è solo un principio attivo, per giunta con esiti giudicati “inefficaci o scarsi”. In altri termini, sempre secondo l’organizzazione, solo cinque parassiti o malattie hanno principi attivi che assicurano un buon controllo e, per nove, non c’è ancora “alcun sistema di controllo efficace”.
Tenuto conto che il mercato globale della nocciola è uno solo, considera ancora Copa Cogeca, “dovremmo impegnarci a soddisfare i consumi crescenti e a rafforzare la produzione all’interno della Ue”. Peraltro, “il cambiamento climatico aumenterà i problemi legati ai parassiti e alle malattie, tanto che oggi c’è già un impatto negativo sulla produttività, all’interno della Ue, nei frutteti di nocciole. A tal fine – rileva ancora Copa – Cogeca – la Commissione europea dovrebbe migliorare il processo di approvazione dei principi attivi”, assieme alla promozione di “altri strumenti di controllo non chimico”.