07 febbraio 2020

Nocciole, il Consorzio di Calabria dice no al progetto di Ferrero

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Dopo tanti sì incassati nei mesi scorsi, arriva con un po’ di sorpresa anche un no per il Progetto Nocciola Italia di Ferrero. E’ quello del Consorzio di Valorizzazione e Tutela della Nocciola di Calabria di Torre di Ruggiero, con il suo presidente Giuseppe Rotiroti che in questi giorni ha affermato: “La Ferrero in Calabria? La nostra produzione di nocciole è incompatibile con una logica globalizzata”.

“Siamo stati contattati tre anni fa dalla Ferrero – spiega ancora Rotiroti – che si apprestava a lanciare il progetto Nocciola Italia e abbiamo risposto no. In primo luogo gli alberi che ci donano, la ‘tonda Calabrese‘, non hanno le caratteristiche per una produzione più intensiva; per gli obiettivi della Ferrero di fatto non basterebbe l'intero territorio vocato alla produzione e ricompreso tra i comuni di Cardinale, Torre di Ruggiero e Simbario“.

“Qui una storia produttiva che parte dal Regno delle Due Sicilie – prosegue Rotiroti – ha disegnato il territorio e consentito il raggiungimento di una qualità riconosciuta ormai a livello nazionale ed internazionale; il progetto della multinazionale invece richiederebbe grandi distese, una qualità ridotta a fronte di una quantità che sarebbe invece enormemente superiore. Le nocciole sarebbero poi trasformate fuori. La nostra scelta è quella della qualità e di una trasformazione del prodotto che deve avvenire qui, consentendo alle imprese di strutturarsi ed ai territori di mantenere la propria identità. Noi, come Consorzio, abbiamo un sogno che, per fortuna, si sta lentamente trasformando in realtà; abbiamo deciso di puntare sul piccolo imprenditore che intende diventare grande attraverso la qualità del proprio prodotto. Ecco perché, ad esempio, chiediamo da tempo al Ministro Bellanova la convocazione del Tavolo Corilicolo nazionale e condividiamo le valutazioni espresse del presidente nazionale ‘Città della nocciola' Rosario d'Acunto, secondo cui la corilicoltura non può e non deve essere abbandonata alle scelte delle multinazionali”.

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