02 maggio 2023

Nocciole? Il turismo sempre più determinante

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Il turismo slow, quello fatto (anche) da coloro che si addentrano nelle colline dell’Alta Langa per ammirare e gustarsi, in tutti i sensi, il paesaggio fino in fondo, sta facendo bene anche alla nocciola. Lo conferma Simone Vola, terza generazione alla guida di Cascina Scavin, realtà di Castino (Cuneo) con 20 ettari di noccioleto arrivata oggi alla terza generazione, dove si produce Nocciola Piemonte Igp.

“Nel corso delle ultime settimane, in particolare durante il mese di marzo – spiega Vola – abbiamo registrato un notevole incremento delle visite da parte di turisti stranieri sul nostro territorio. Tanto che, nel nostro punto vendita, che si trova proprio sulla direttrice che da Alba scende in Liguria, abbiamo introdotto anche le torte alla nocciola, ampliando così l’offerta per il consumatore finale. I turisti, da parte loro, mostrano di gradire i nostri prodotti, come anche la crema spalmabile realizzata con tre soli ingredienti: nocciole al 65%, zucchero e cacao”.

Del resto, è ormai acclarato che la trasformazione (praticata da Cascina Scavin sia per il cliente finale sia per quello professionale) risulta la strada migliore per creare valore all’interno della filiera della nocciola. Vola infatti continua: “Non trasformiamo l’intera nostra produzione; in parte la conferiamo in cooperativa. Ma nel corso dell’ultima campagna, andare sul mercato con il prodotto in guscio non è stato molto conveniente. Le quotazioni ultimamente stanno volgendo ancora al ribasso e, dai 7,5 euro punto resa di febbraio, oggi siamo sui 7 euro punto resa, ma abbiamo registrato livelli anche più bassi”.

Le dolenti note iniziano a farsi sentire in maniera importante quando si affronta il tema delle previsioni della prossima stagione produttiva. “Il primo e principale problema – conclude Vola – è la mancanza d’acqua. Nella nostra zona non piove e siamo stati anche schivati dagli ultimi temporali. Già la grande siccità dello scorso anno ha provocato un importante disseccamento di diversi rami produttivi, portando a una perdita di raccolto tra il 20 e il 30%. Se non arriva la pioggia, quest’anno potrebbe andare molto peggio“.

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