14 luglio 2016

Nocciole, in Calabria torna l’allarme cinghiali

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Molti noccioleti calabresi stanno correndo seri rischi per colpa dei cinghiali. Il problema della fauna selvatica e dei danni che essa può provocare anche alla corilicoltura è stato sollevato in questi giorni da Giuseppe Rotiroti, presidente del consorzio “Valorizzazione Tutela della Nocciola di Calabria”, che ha incontrato il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, assieme a quello della Provincia di Catanzaro, Walter Placida. Tra le aree più minacciate dall’avanzare dei cinghiali vi sono i territori dei comuni di Cardinale, Chiaravalle Centrale e Torre di Ruggiero.

Rotiroti, Statti e Placida hanno chiesto formalmente alle istituzioni competenti, Regione Calabria in primis, interventi urgenti per cercare di arginare il fenomeno. Tra le proposte messe sul tavolo ci sono l’anticipazione della caccia al cinghiale già a partire da agosto o l’intervento di selecontrollori con una copertura oraria 24 ore su 24, in quanto le incursioni degli ungulati sono per lo più notturne. All’allarme per il raccolto delle nocciole, che rischia di essere fortemente compromesso, si aggiunge naturalmente anche quello della sicurezza per le famiglie che risiedono in zona. Non è peraltro il primo anno che i cinghiali stanno creando problemi in queste zone della Calabria.

Il flagello della fauna selvatica è un problema avvertito ormai da diverso tempo e già lo scorso anno il presidente Rotiroti era intervenuto sul rapporto tra i cinghiali e la corilicoltura calabrese dicendo: “Una calamità che demotiva i produttori dalla messa a coltura di noccioleti abbandonati. Se si potessero dare risposte concrete al territorio, in tal senso, nel giro di un anno la produzione potrebbe già raddoppiare”.

Tante sono quindi ancora le potenzialità che la terra calabrese potrebbe dare allo sviluppo della produzione di nocciole, ma la massiccia presenza di fauna selvatica rappresenta ancora un freno che rischia di seriamente di rallentare tale crescita.

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